Le donne affette da endometriosi mostrano concentrazioni più elevate di cadmio nelle urine rispetto alle donne sane. A dirlo è uno studio pubblicato su Human Reproduction da un team della Michigan State University diretto da Kristen Upson, che spiega: «Nonostante l'impatto negativo dell'endometriosi sulla qualità della vita, questa patologia è stata poco studiata. Osservando i fattori di rischio ambientale come il cadmio metallico, ci stiamo avvicinando alla comprensione dei fattori di rischio che la caratterizzano».
Il cadmio è un metallo tossico e un "metalloestrogeno", ovvero può agire come l'ormone estrogeno, uno degli elementi alla base della patogenesi dell'endometriosi. L'esposizione al cadmio è più comune di quanto si pensi, perché veicolata dal fumo di sigarette e dal consumo di cibi contaminati come spinaci e lattuga. I ricercatori hanno approfondito la questione analizzando i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), uno studio nazionale rappresentativo della popolazione degli Stati Uniti tra il 1999 e il 2006.
Hanno partecipato al sondaggio oltre 41.000 donne, campione all'interno del quale i ricercatori hanno scelto persone fra i 20 e i 54 anni.
Analizzando i dati, i medici hanno diviso i livelli di cadmio in 4 quartili, dall'esposizione più bassa a quella più alta. È così emerso che le donne nel secondo e nel terzo quartile avevano il doppio delle probabilità di ricevere una diagnosi di endometriosi rispetto a quelle che si trovavano nel primo quartile.
Dai dati si evince anche un aumento del 60% della prevalenza di endometriosi sulla base delle concentrazioni di cadmio urinario nel quarto quartile.
Fonte: Human Reproduction 2023. Doi: 10.1093/humrep/dead117
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