Tutti i bambini fra i 3 e i 5 anni dovrebbero effettuare almeno uno screening per la valutazione di un'eventuale ambliopia. A ricordarlo è la U.S. Preventive Services Task Force (Uspstf) in un rapporto apparso su Jama sulla condizione comunemente nota come “occhio pigro”.
I ricercatori hanno dimostrato l'accuratezza degli screening per la vista nella rilevazione delle principali anomalie visive nei più piccoli, fra cui difetti di rifrazione, strabismo e appunto ambliopia. Il trattamento della condizione o dei suoi fattori di rischio nei bambini fra i 3 e i 5 anni è associato a una migliore acuità visiva, mentre la stessa cosa non si può dire per i bambini con meno di 3 anni.
L'ambliopia è il disturbo visivo più comune fra i bambini, e colpisce il 3 per cento della popolazione totale. Uno studio della McGill University di Montréal mette in dubbio la validità dell'approccio terapeutico utilizzato più di frequente, ovvero il bendaggio dell'occhio “sano” per spingere l'altro a lavorare di più e meglio.
Secondo i ricercatori canadesi, sarebbe meglio far lavorare insieme i due occhi, magari utilizzando un videogioco come Tetris. Gli scienziati si sono serviti proprio di questo popolare divertissement elettronico per analizzare gli eventuali benefici di un nuovo approccio terapeutico al problema dell'ambliopia.
Robert Hess, direttore del Dipartimento di ricerca in Oftalmologia dell'ateneo nordamericano, commenta sulle pagine di Current Biology: «Negli adulti, per i quali al momento non esiste altra opzione terapeutica, la chiave per migliorare la visione è invece quella di creare le condizioni che mettano i due occhi nella condizione di collaborare per la prima volta».
Alla base c'è il principio secondo il quale il cervello degli adulti conserva un grado di plasticità in grado di trattare in maniera positiva i disturbi della vista insorti da bambini. Per questo, i ricercatori hanno testato gli effetti del videogioco su un campione di 18 adulti affetti da ambliopia. Nove pazienti hanno utilizzato solo l'occhio più debole, mentre gli altri nove hanno utilizzato entrambi gli occhi. A distanza di due settimane, nel secondo gruppo si è registrato un miglioramento netto della visione e della percezione tridimensionale della profondità, maggiore di quello assicurato dal bendaggio.
Ora i ricercatori tenteranno di applicare la tecnica anche ai bambini, facendo partire uno studio apposito. Secondo gli scienziati canadesi, fra i più piccoli i risultati dovrebbero essere ancora migliori in quanto il grado di plasticità cerebrale è più accentuato rispetto a quello dell'età adulta.
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