Sono tante le sperimentazioni dedicate alla messa a punto del “pillolo”, il contraccettivo maschile. Una nuova ricerca della Weill Cornell Medicine di New York sembra aver raggiunto risultati avanzati nella messa a punto di un nuovo contraccettivo maschile. Il “pillolo” realizzato dai ricercatori americani è infatti in grado di ridurre la fertilità maschile in maniera temporanea e senza l'utilizzo di ormoni.
Il farmaco non avrebbe effetto sulla fertilità a lungo termine e non influenzerebbe il comportamento sessuale.
«È molto interessante la nuova piega che sta prendendo la ricerca in questo campo perché i contraccettivi ormonali sono considerati ormai non utilizzabili per gli elevati effetti collaterali e con risultati, anche nei migliori studi, non sovrapponibili a quelli della pillola», commenta al Corriere della sera Paolo Turchi, andrologo all'ospedale di Prato e membro della Commissione Scientifica della SIA (Società Italiana di Andrologia).
Lo studio, pubblicato su Nature Communications, descrive il funzionamento del contraccettivo testato finora solo sui topi. Il farmaco ha come obiettivo la disattivazione dell'enzima adenilato ciclasi, fondamentale per la motilità degli spermatozoi. L'inibitore ha bloccato lo sperma delle cavie per circa 3 ore, e l'effetto è svanito nel giro di 24 ore.
I ricercatori Jochen Buck e Lonny Levin si sono concentrati su un inibitore dell'enzima adenilato ciclasi che hanno ribattezzato TDI-11861. I topi che hanno ricevuto TDI-11861 sono rimasti temporaneamente sterili. «Una singola dose del nostro inibitore immobilizza lo sperma dei topi - dicono gli autori - per un massimo di circa due ore e mezza. Dopo tre ore il 9% degli spermatozoi inizia a riacquistare motilità mentre 24 ore dopo il recupero del movimento è totale».
«C'è un urgente bisogno di un contraccettivo orale efficace e reversibile - ha dichiarato alla BBC il professor Allan Pacey, docente di andrologia all'Università di Sheffield - e l'approccio di eliminare l'enzima nello sperma fondamentale per il movimento degli spermatozoi è un'idea innovativa e il fatto che sia reversibile è molto rivoluzionario. Se le prove sui topi potranno essere replicate sugli esseri umani con la stessa efficacia allora questo potrebbe essere l'approccio al contraccettivo maschile che stavamo attendendo».
Prima di renderlo disponibile nelle farmacie, il farmaco dovrà dimostrare di non danneggiare altre funzioni dell'organismo. «L'adenilato ciclasi è un enzima che abbiamo in tutto l'organismo e fornisce energia non solo agli spermatozoi, ma a tutte le nostre cellule. Non è chiaro se l'inibitore enzimatico sia così selettivo da andare a inibire solo l'enzima degli spermatozoi. Diversamente il farmaco è destinato ad avere alcuni effetti collaterali», spiega Levin.
Alcuni studi, ad esempio, hanno dimostrato che gli uomini infertili con adenilato ciclasi inibito mostravano una maggiore tendenza alla formazione di calcoli renali.
«Il mio è un istintivo scetticismo - precisa Paolo Turci - ma noi andrologi eravamo scettici anche con il viagra, anche quello un inibitore enzimatico. All'epoca era impensabile che qualcosa preso per bocca andasse ad agire solo lì, sembrava davvero di avere a che fare con una pillolina magica per le conoscenze di quel momento. I fatti hanno poi inibito anche lo scetticismo. Anche il viagra è una molecola che inibisce un enzima che porta a una limitazione dell'erezione. Bloccando quell'enzima il meccanismo dell'erezione è amplificato».
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