Dietro l'insorgenza dell'ictus va considerata anche la presenza di fattori di rischio non convenzionali come l'emicrania. A ricordarlo è uno studio pubblicato su Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes da un team dell'Università del Colorado coordinato da Michelle H. Leppert.
Lo studio ha preso in considerazione i fattori di rischio tradizionali come l'ipertensione e altri meno convenzionali, come appunto l'emicrania, analizzando casi individuati fra il 2012 e il 2019 nel database dei rimborsi.
I numeri indicano che, fra gli adulti fino a 35 anni, i fattori di rischio non tradizionali hanno lo stesso impatto dei fattori tradizionali nel contribuire allo sviluppo dell'ictus.
Nei soggetti di età compresa tra i 18 e i 34 anni l'emicrania rappresenta infatti il fattore di rischio non convenzionale più rilevante, tanto nei maschi quanto nelle femmine. Il nesso fra emicrania e ictus si riduce con il passare del tempo, ma rimane comunque rilevante, mentre l'ipertensione si conferma il fattore di rischio tradizionale principale, con un'influenza che cresce con l'età dei pazienti.
La ricerca dimostra l'importanza di non sottovalutare i fattori di rischio non tradizionali nello sviluppo di ictus nei giovani.
“Negli adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni, un numero maggiore di ictus è stato associato a fattori di rischio non tradizionali rispetto a quelli tradizionali. Nel complesso, i fattori di rischio non tradizionali hanno un'associazione altrettanto forte dei fattori di rischio tradizionali nello sviluppo di ictus tra i giovani adulti di età compresa tra 18 e 44 anni”, conclude Leppert.
Fonte: Circ Cardiovasc Qual Outcomes 2024. Doi: 10.1161/CIRCOUTCOMES.123.010307
Jama Cardiology
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