Il regime alimentare basato sul digiuno intermittente produrrebbe effetti non ancora del tutto chiari sull'organismo. Uno studio della Technical University di Monaco di Baviera pubblicato su Cell Reports mostra i potenziali effetti negativi del digiuno intermittente sui più giovani, perlomeno su modello murino. Nei topi giovani sottoposti all'approccio alimentare si è manifestato uno sviluppo non corretto delle cellule beta del pancreas, quelle che producono insulina, una condizione che potrebbe favorire il diabete e compromettere il metabolismo.
I ricercatori hanno studiato tre gruppi di topi: animali adolescenti, adulti e anziani. I topi sono rimasti senza cibo per un giorno e sono stati nutriti normalmente per due giorni. Passate 10 settimane, la sensibilità all'insulina è migliorata sia nei topi adulti che in quelli anziani, la dimostrazione che il loro metabolismo ha risposto meglio all'insulina prodotta dal pancreas. Tuttavia, nei topi più giovani si è registrato un declino evidente della funzionalità delle cellule beta del pancreas che producono insulina.
«A un certo punto, le cellule nei topi adolescenti hanno smesso di svilupparsi e hanno prodotto meno insulina», ha detto Peter Weber di Helmholtz Munich, autore principale. Lo stesso meccanismo non si è verificato nei topi più anziani, nei quali le cellule beta erano già mature prima dell'inizio del digiuno.
«Il nostro studio conferma che il digiuno intermittente è benefico per gli adulti, ma potrebbe comportare rischi per bambini e adolescenti», ha affermato Stephan Herzig, professore alla TUM e direttore dell'Istituto per il diabete e il cancro presso l'Helmholtz di Monaco. «Durante il periodo di sviluppo e maturazione, il digiuno intermittente potrebbe compromettere il corretto flusso di nutrienti e l'equilibrio ormonale necessari per una corretta differenziazione cellulare e lo sviluppo degli organi. Ciò è particolarmente rilevante considerando la crescente popolarità del digiuno intermittente in diverse fasce d'età », concludono gli autori nelle note.
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