L'apparecchio per i denti può provocare l'anoressia

Nei soggetti predisposti si alza il rischio del problema alimentare

In alcuni soggetti predisposti l'utilizzo dell'apparecchio dentale può facilitare l'insorgenza dell'anoressia nervosa. A suggerirlo è un team del Temple Street Hospital di Dublino, i cui medici hanno analizzato alcuni bambini anoressici ricoverati in ospedale.
I ricercatori si sono accorti che molti dei piccoli pazienti che avevano a che fare con l'anoressia avevano anche iniziato un trattamento ortodontico per raddrizzare i denti.
“Quando gli apparecchi vengono regolati spesso, i denti si allentano e si muovono, causando dolore”, spiegano i medici irlandesi.
Inibito dal dolore, il bambino comincia ad avere un rapporto con il cibo più complicato, con la conseguenza di una perdita di peso non intenzionale che potrebbe condurre poi a veri e propri disturbi alimentari.
“A volte i professionisti dentali possono scoraggiare certi cibi se interferiscono con il trattamento. Una scelta che il bambino perfezionista può sovra-interpretare”, spiegano i ricercatori sull'Irish Medical Journal.
Dai dati sullo studio emerge che oltre un bambino su tre fra quelli ricoverati per aver avuto una grave perdita di peso ponderale era in cura con un trattamento ortodontico. Se si pensa che in media solo al 14 per cento dei ragazzi di 15 anni viene applicato un apparecchio per i denti, ci si può rendere conto dell'anomalia statistica.
“La ricerca futura dovrebbe esaminare il rapporto tra ortodonzia a perdita di peso”, affermano i medici del Temple Street.
Lo studio ha seguito 20 bambini anoressici per 7 anni. Nel corso dello studio è stato notato che le ragazze si sono presentate in ospedale prima dei ragazzi. Altre caratteristiche erano predominanti fra le giovani donne, ad esempio un eccesso di attività fisica.
I ricercatori suggeriscono di approfondire al meglio le condizioni dei piccoli prima di optare per l'utilizzo dell'apparecchio ortodontico, facendo particolare attenzione alle predisposizioni nei confronti dei disturbi alimentari.

Arturo Bandini


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