Gli errori da evitare con gli anziani

5 procedure inappropriate nella gestione della terza età

I geriatri americani che fanno capo all'American Geriatrics Society (Ags) hanno messo a punto una seconda lista di 5 procedure da evitare nello svolgimento della loro professione, sempre nell'ambito della campagna Choosing Wisely.
Si tratta della prima volta che viene consentito a una società scientifica di stilare un elenco aggiuntivo. Paul Mulhausen, a capo del pool di esperti, spiega: “siamo grati di avere avuto l'opportunità di identificare questi 5 aspetti supplementari. Si tratta di informazioni preziose perché i pazienti anziani tendono ad assumere più farmaci e a essere sottoposti a un maggior numero di test e interventi rispetto agli adulti di età inferiore”.
Ecco i nuovi suggerimenti:

1)“Non prescrivere inibitori della colinesterasi per trattare una demenza senza valutazione periodica dei benefici cognitivi percepiti e degli effetti avversi gastrointestinali”. Va considerata la sospensione del farmaco se il trattamento non raggiunge i propri obiettivi nel giro di 3 mesi.
2)“Non raccomandare lo screening per il tumore al seno o del colon-retto né del cancro della prostata (tramite il Psa) senza considerare l'aspettativa di vita e i rischi del test, della sovradiagnosi e del sovratrattamento”. In presenza di un'aspettativa di vita inferiore a 10 anni, questo tipo di screening produce più danni che benefici.
3)“Evita di prescrivere stimolanti dell'appetito o integratori ad alto contenuto calorico per il trattamento di anoressia o cachessia negli anziani; ottimizza, invece, i supporti sociali, offri assistenza per l'alimentazione e chiarisci gli obiettivi e le aspettative del paziente”. Non ci sono prove sulla reale utilità di questi prodotti in termini di migliorata qualità della vita, umore o sopravvivenza.
4)“Non prescrivere un farmaco senza aver condotto una revisione del regime farmacologico”. Si può così ridurre il carico farmacologico attraverso l'evidenziazione di prescrizioni inutili.
5)“Evita restrizioni fisiche per gestire i disturbi comportamentali di soggetti ospedalizzati con delirio”. La contenzione fisica va presa in considerazione solo come ultima risorsa e va interrotta appena possibile.

Andrea Sperelli


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