Non è possibile fissare il sole direttamente, questo lo sappiamo bene. Bastano infatti pochi secondi per creare un danno irreversibile alla retina, un po' come succede quando si osserva un'eclissi solare senza strumenti adeguati di protezione.
Ma quello a cui forse non abbiamo pensato è che anche l'uso di smartphone e tablet possa essere connesso con questo tipo di rischio. Il display dei dispositivi, infatti, agisce da superficie riflettente indirizzando i raggi solari sugli occhi dove potrebbero produrre un effetto degenerativo.
A segnalarlo sono gli esperti della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (Siso), riuniti a Roma per il secondo congresso nazionale. Sul Journal of Medical Case Reports è stato pubblicato di recente il caso di un uomo che ha riportato danni permanenti alla retina dopo aver trascorso 3 ore a leggere sul tablet durante una gita in montagna. La stessa cosa era accaduta a una ragazza che aveva passato un paio d'ore a guardare il telefono in spiaggia.
"Sono chiari esempi di maculopatia solare, una condizione determinata dall'assorbimento da parte della retina e dell'epitelio pigmentato di un'elevata energia radiante", spiega Scipione Rossi, direttore dell'Oftalmologia all'ospedale San Carlo di Nancy di Roma e segretario tesoriere Siso.
"Nei casi più gravi le cellule nervose in pochi giorni possono formare uno scotoma, una macchia nera al centro dell'occhio. La lesione può essere permanente e causare una riduzione della visione centrale irreversibile", aggiunge l'esperto. "Per questo è opportuno evitare selfie sotto il sole senza specifiche protezioni perché gli occhiali da sole non sono sufficienti a filtrare in modo adeguato le radiazioni luminose. Va anche limitato l'uso prolungato di tablet e smartphone senza indossare occhiali da sole", conclude Rossi.
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