Pochi sanno che esistono diversi tipi di ipertensione, tra cui quella da camice bianco e quella mascherata. La prima è caratterizzata dalla presenza di elevati valori pressori durante la visita medica che non si riscontrano però quando il soggetto esce dall'ambulatorio del medico. Durante la visita medica infatti la presenza di un iperattivazione del sistema autonomico simpatico determina un incremento della pressione arteriosa e anche della frequenza cardiaca.
Questo corre il rischio di far porre una diagnosi di ipertensione a un paziente che iperteso non è ed è quindi anche per questo che la misurazione della pressione nelle 24h e quella domiciliare sono molto importanti. A persone in questa condizione va posta particolare attenzione e impostato un follow-up più stretto poiché il rischio di evoluzione verso una forma di vera ipertensione arteriosa è comunque più alto.
L'altra forma particolare di ipertensione è quella mascherata, in cui cioè un soggetto è effettivamente iperteso ma la misurazione da parte del medico restituisce valori pressori normali. Questa condizione è più difficile da spiegare rispetto alla precedente ma si è visto essere presente in una discreta percentuale di casi. In questo caso la misurazione della pressione nelle 24h e quella domiciliare permetteranno di riconoscere la condizione di effettiva ipertensione arteriosa e quindi di iniziare un trattamento medico appropriato (che potrebbe iniziare con dieta e sport oppure direttamente con un farmaco a seconda dei valori pressori).
Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista specializzata Hypertension, almeno il trenta per cento dei casi di ipertensione resistente potrebbe rivelarsi soltanto un problema psicologico.
Il coordinatore della ricerca Alejandro de la Sierra e il team dell'Università di Barcellona che lo ha coadiuvato hanno analizzato i dati di circa 70 mila pazienti ipertesi, con età media di 64 anni. Poco più del 10 per cento mostrava i segni di un'ipertensione resistente ai farmaci. I ricercatori spagnoli hanno misurato la pressione ogni 20 minuti nell'arco delle 24 ore, analizzando inoltre altri parametri come fattori di rischio cardiovascolare, fumo, diabete, creatininemia, peso, sesso ecc. È emerso che il 37 per cento di essi aveva in realtà un'ipertensione particolare, quella che si manifesta esclusivamente a contatto con il medico.
Stando ai dati, il fenomeno è più frequente fra le donne, mentre chi soffre veramente di ipertensione resistente è in prevalenza un paziente maschio, fumatore e diabetico: “chi ha davvero l'ipertensione resistente - commenta de la Sierra - spesso ha picchi anomali di pressione alta durante la notte, quando invece la pressione dovrebbe scendere per 'mettere a riposo' anche il sistema cardiovascolare. Inoltre, si sono registrati picchi pressori considerevoli anche quando i pazienti sono al lavoro, probabilmente per lo stress. Nei pazienti con ipertensione resistente, inoltre, non faceva alcuna differenza che i farmaci fossero dati al mattino o alla sera”.
Resta da capire se i pazienti che soffrono di questa particolare forma di ipertensione corrono rischi reali a livello cardiovascolare: “il rischio non è nullo, ma sicuramente è inferiore rispetto ai veri ipertesi, che hanno la pressione alta anche nel resto della giornata, o a quelli che non rispondono ai farmaci - sostiene de la Sierra -. I nostri dati dimostrano che per capire davvero di che ipertensione si tratta un monitoraggio pressorio nelle 24 ore è fondamentale: aiuta a determinare se il paziente ha un'ipertensione resistente, e quindi per provare a ridurre la pressione si deve intervenire con maggior incisività anche sullo stile di vita oltre che con i farmaci, o se c'è piuttosto un'ipertensione da camice bianco. Tutto sommato una diagnosi tranquillizzante per il paziente, perché di solito non richiede l'uso di farmaci ma solo l'attenzione a uno stile di vita sano”.
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