La gastrite nei pazienti pediatrici causata dall'infezione da Helicobacter pylori può essere trattata con una terapia che punti all'eradicazione del batterio. La cura non avrebbe come effetto la riduzione dei sintomi, ma produrrebbe comunque una diminuzione dell'infiammazione gastrica, aspetto pericoloso che può condurre alla lunga all'insorgenza di neoplasie.
A dirlo è uno studio condotto dagli scienziati dell'Università Federico II di Napoli pubblicato sul Journal of Pediatrics. Secondo quanto stabilito dalle linee guida della NASPGHAN - la società nordamericana di gastroenterologia pediatrica, epatologia e nutrizione - il trattamento eradicante l'Helicobacter pylori andrebbe effettuato in caso di ulcera gastrica o duodenale, linfoma di MALT e atrofia gastrica con aplasia intestinale. Gli esperti americani hanno quindi escluso l'utilizzo del trattamento in caso di gastrite cronica.
I medici dell'ateneo partenopeo guidati dalla dott.ssa Annamaria Staiano hanno esaminato 30 pazienti, alcuni dei quali hanno assunto il trattamento eradicante a base di omeprazolo, amoxicillina e claritromicina, mentre altri soltanto un antiacido.
Dai dati è emerso che dopo 20 mesi il gruppo che aveva assunto il trattamento non mostrava una riduzione dei sintomi dispeptici, ma il gruppo che aveva assunto l'antiacido mostrava un'infiammazione cronica più grave e una maggiore presenza e attività dell'Helicobacter pylori rispetto al gruppo che aveva ricevuto la terapia antibiotica.
"I nostri risultati forniscono evidenza per supportare l'eradicazione dell'infezione da Helicobacter in tutti i pazienti pediatrici con gastrite cronica attiva per prevenire l'infiammazione cronica la quale potrebbe determinare insorgenza di lesioni precanceroseâ€, hanno concluso i ricercatori.
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