Cambiamento climatico e smog i nemici della pelle

Aumento delle temperature e inquinamento tra le minacce principali

La pelle non ama caldo eccessivo e smog. A ricordarlo sono gli esperti della Sidemast (Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse) che, in vista del Congresso Nazionale Sidemast Special Edition 2025, evidenziano come l'aumento delle temperature, l'inquinamento e gli eventi climatici estremi stiano compromettendo in modo significativo la salute della pelle.
L'aumento delle temperature è associato a una maggiore esposizione ai raggi ultravioletti e quindi a un aumento del rischio di scottature, invecchiamento precoce e tumori cutanei.
La riduzione dello strato di ozono è un fattore aggravante: si stima che ogni calo dell'1% dello spessore dell'ozono comporti un incremento dell'1-2% dei melanomi, fino al 4,6% dei carcinomi squamocellulari e del 2,7% dei carcinomi basocellulari. "Le radiazioni ultraviolette sono un noto fattore di rischio per i tumori della pelle e la loro intensificazione a causa del cambiamento climatico può aggravare ulteriormente questa problematica - spiega Annunziata Dattola, professore associato di Dermatologia all'Università Sapienza di Roma e segretario generale dell'Icd - Inoltre, l'impatto dell'inquinamento atmosferico non si limita all'apparato respiratorio. La pelle è costantemente esposta all'ambiente e risente in modo diretto dell'aumento di particolato e altre sostanze tossiche, che compromettono la barriera cutanea e favoriscono condizioni come acne, eczema e infiammazioni croniche. L'incidenza delle malattie cutanee infiammatorie e infettive aumenta in modo significativo dopo eventi meteorologici estremi come inondazioni e ondate di calore".
In alcune aree l'aumento dell'umidità relativa e delle precipitazioni sta anche favorendo la proliferazione di muffe e acari della polvere, con un effetto negativo sulle dermatiti atopiche e su altre condizioni allergiche della pelle.
La dermatite atopica soprattutto in età pediatrica colpisce i bambini tra il 5 ed il 20% e vari studi indicano un aumento del 14-31% nei ricoveri d'emergenza per dermatite atopica dopo inondazioni e un incremento del 20-40% delle esacerbazioni della dermatite atopica e della psoriasi nelle aree urbane.
Pericoloso anche il freddo estremo. In Cina è stato registrato un aumento del 160% delle visite per dermatiti atopiche quando la temperatura è scesa sotto lo zero rispetto alla media ottimale di 22 gradi.
Un'altra minaccia e la difficoltà di accesso, in varie aree, ad acqua pulita e sicura. “Gli effetti del cambiamento climatico sulla pelle sono molteplici - conclude il presidente Sidemast Giuseppe Argenziano -. Promuovere l'educazione sulla cura della pelle in un'epoca di cambiamenti climatici è essenziale per prevenire i rischi e, al contempo, è fondamentale che la ricerca prosegua nell'analisi degli effetti ambientali sulla salute della pelle".

06/06/2025 12:43:00 Andrea Sperelli


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