Con 4mila casi all'anno di malattie tropicali neglette, l'Italia si piazza al quarto posto in Europa per diffusione nell'area europea dopo Inghilterra, Francia e Germania. Un numero sottostimato rispetto alla reale incidenza che è almeno 10 volte più alta. Mentre nel mondo sono oltre un miliardo le persone colpite e mezzo milione all'anno i morti. Tra le cause che portano queste malattie “dimenticate†tipiche delle zone povere, specialmente tropicali, con scarse risorse, anche nella Penisola: la mobilità di persone, cibi, insetti e animali e i cambiamenti climatici.
Il mondo delle malattie tropicali neglette è un gruppo eterogeneo di 20 malattie molte delle quali a carattere infettivo, causate da virus, batteri, funghi e tossine. Sono malattie “dimenticate†dall'agenda politica e anche dalla ricerca scientifica. “Invisibili†all'opinione pubblica e diffuse tra le popolazioni povere e marginalizzate che vivono in Paesi in via di sviluppo.
La mancata attenzione nei confronti delle malattie infettive dimenticate ne favorisce una sempre maggiore diffusione anche in Italia, dove già si sono verificate un'epidemia autoctona di Dengue e due di chikungunya. E dove nel periodo della pandemia è “ricomparsa†negli anziani la strongiloidosi, una parassitosi a cui è positivo circa l'1% degli over 65 italiani. Spiega Dora Buonfrate, medico presso il Dipartimento di Malattie infettive e tropicali e direttrice del Centro collaboratore Oms sulla strongiloidosi e altre e altre malattie neglette: “La strongiloidosi è stata inserita nell'elenco delle malattie tropicali neglette grazie al contributo del Negrar che negli ultimi dieci anni ha diagnosticato varie centinaia di casi, registrando la più alta casistica in Italia e una delle maggiori in Europaâ€.
Le persone positive al parassita responsabile di strongiloidosi sono in maggioranza anziani che vi sono venuti in contatto nei decenni scorsi, camminando a piedi scalzi in campagna o toccando terriccio contaminato da feci umane, due evenienze oggi molto meno probabili. I sintomi possono essere banali come un semplice prurito, ma se il paziente è immunodepresso la malattia può peggiorare fino a diventare fatale. “È il rischio che è stato corso da alcuni durante la pandemia - continua Buonfrate - quando in molti anziani le terapie cortisoniche per Covid-19 hanno abbassato le difese immunitarie e slatentizzato la strongiloidosi. Un'adeguata sorveglianza e la diagnosi precoce sono le armi per combattere questa, ma anche le altre malattie tropicali negletteâ€.
A destare preoccupazione però è soprattutto la malattia di Chagas, “killer silenzioso†che uccide ogni anno 12mila persone nel mondo, contagiandone dai 6 ai 7 milioni. L'Italia è il secondo paese europeo per diffusione e proprio ad essa è dedicato l'incontro del Gruppo Tecnico Oms che si terrà all'Irccs Negrar. “La malattia di Chagas è presente soprattutto in America Latina ed è trasmessa anche per via materno-infantile e attraverso trasfusioni di sangueâ€, riferisce Andrea Angheben, medico responsabile clinico del Dipartimento di Malattie infettive e tropicali Irccs Negrar. “In Centro America uccide più della malaria, ma non può essere considerata un pericolo lontano perché può arrivare ovunque con i viaggi internazionali. Per questo uno screening per le malattie tropicali neglette in categorie a rischio come viaggiatori internazionali o migranti è considerato fondamentale ed è anche meno costoso di quanto sarebbe necessario spendere, poi, per curare un paziente che manifestasse una patologia. È necessario migliorare la sorveglianza epidemiologica nel nostro Paese estendendo anche oltre il nostro Irccs, i percorsi diagnostico-assistenziali specifici per le malattie tropicali negletteâ€
Come ricorda Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie infettive e tropicali dell'Irccs Negrar in una nota, la pandemia ha insegnato che la salute e la malattia oggi sono fenomeni globali e una patologia può rapidamente “viaggiare†da una parte all'altra del Pianeta grazie alla mobilità di persone, cibi, animali e con l'aiuto del cambiamento climatico. Aggiunge: “Anche per questo l'Oms nella sua roadmap 2021-2030 prevede la riduzione del 90% del numero di persone che necessitano di interventi per le malattie tropicali neglette e del 75% della disabilità indotta da tali malattie, che è spesso grave, oltre che l'eliminazione di almeno due delle 20 patologie dimenticate, dracunculiasi e framboesia. Diminuire le infezioni e la circolazione delle malattie con un adeguato monitoraggio è infatti necessario per ridurre il pericolo a livello globaleâ€.
Ancora per contrastare il problema secondo Gobbi sarebbe opportuno aumentare le conoscenze nel settore, creando nella università di medicina una specialità della salute globale. “In modo che gli esperti possano misurarsi con le sfide di un mondo sempre più globalizzato - conclude - trovando anche le risposte più adeguate per limitare le future epidemie e pandemieâ€.
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
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