Sclerosi multipla, efficace ocrelizumab

Dopo 2 anni l'80 per cento dei pazienti è in remissione

Arriva una conferma dell'efficacia del farmaco ocrelizumab per il trattamento della sclerosi multipla. I dati provengono dal congresso europeo Ectrims, da cui si evince che quasi l'80% dei pazienti trattati in fase iniziale per forme recidivanti a 2 anni non mostra segni della malattia.
Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale indicato contro le forme recidivanti remittenti e primariamente progressive della malattia, Ha un'attività immunosoppressiva che colpisce le cellule B, legandosi alla proteina CD20 presente su queste cellule, che nella sclerosi multipla contribuiscono a danneggiare la mielina, la sostanza che ricopre i neuroni.
I dati sulla sicurezza a 7 e 9 anni dimostrano il basso numero di effetti avversi e di rischio di infezioni: l'azione del farmaco infatti tende a deprimere il sistema immunitario, aumentando così in teoria l'insorgenza di infezioni.
“Quando abbiamo terapie così efficaci, quello che ci interessa è capire se l'efficacia e la sicurezza dei farmaci persistono a lungo termine. E i dati emersi da follow-up lunghissimi sono incoraggianti”, commenta a margine del congresso Claudio Gasperini, direttore dell'Unità operativa complessa di Neurologia e Neurofisiopatologia dell'Ospedale San Camillo Forlanini di Roma e coordinatore del gruppo di studio per la sclerosi multipla della Società italiana di neurologia: “Inoltre, nel lungo termine non sono state osservate nuove problematiche relative alla sicurezza, confermando quanto emerso nelle sperimentazioni cliniche”.
I dati raccolti finora, inoltre, evidenziano la sicurezza del farmaco anche durante la gravidanza, un dato importante dal momento che spesso la sclerosi multipla colpisce in età giovanile e in prevalenza le donne.
“Il dato dovrà sicuramente essere approfondito, come già è stato fatto con i farmaci più vecchi, attraverso i registri sulla gravidanza, e se venisse confermato per noi sarebbe uno strumento importante, perché avremmo a disposizione un farmaco ad alta sicurezza, altamente efficace e con il quale possiamo anche andare incontro alla pianificazione dei progetti di vita dei nostri pazienti”, commenta Gasperini.
Incoraggianti anche i dati sull'efficacia come trattamento precoce. In pazienti con diagnosi recente di malattia, infatti, a 96 settimane dal trattamento, il 77% non mostrava segni di attività di malattia, il 90% non aveva segni rivelabili neanche nelle analisi di risonanza magnetica e oltre il 90% non aveva avuto ricadute o progressione della disabilità a 24 settimane.

02/11/2022 15:22:00 Andrea Piccoli


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