L'esposizione al bisfenolo A attraverso gli alimenti può rappresentare una minaccia per la salute umana. A ricordarlo è un nuovo studio dell'Efsa sulla molecola utilizzata nell'industria per la produzione di contenitori per alimenti e bevande.
In passato il bisfenolo A veniva utilizzato anche per la produzione dei biberon in plastica, ma dal 2018 questo tipo di uso è stato vietato per i possibili effetti nocivi sul sistema immunitario ed endocrino dei più piccoli.
Fin dagli anni '90, i ricercatori sospettano che la molecola possa comportare un pericolo per la salute umana in seguito alla sua migrazione nei cibi. Dal 2006 l'Efsa valuta periodicamente la sicurezza del bisfenolo A, e l'ultima analisi risale al 2015.
Lo studio appena realizzato è stato portato a termine esaminando oltre 800 nuove pubblicazioni, che hanno consentito di superare le incertezze sulla dose giornaliera raccomandata che era stata indicata 8 anni prima.
“Negli studi più recenti abbiamo osservato nella milza un aumento della percentuale dei linfociti del tipo T helper", ha dichiarato Claude Lambré, presidente del gruppo di esperti Efsa sui materiali a contatto con gli alimenti, che "potrebbe portare allo sviluppo di infiammazione allergica polmonare e malattie autoimmuni".
La nuova dose giornaliera tollerabile è di 0,2 nanogrammi, cioè 2 miliardesimi di grammo, mentre prima era di 4 microgrammi, cioè 4 milionesimi di grammo per chilogrammo di peso corporeo. Si tratta di una quantità 20.000 volte più bassa rispetto a 8 anni fa e la sua adozione potrebbe rappresentare il viatico per una possibile messa al bando completa della sostanza, come molti auspicano.
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