Come risolvere la carenza di ferro in gravidanza

Nuova formulazione per evitare effetti avversi

In molte regioni del mondo le donne in gravidanza sono a rischio di sviluppare anemia da carenza di ferro (IDA). Una condizione che può essere prevenuta con l'integrazione del minerale e l'educazione alimentare. Per tale motivo durante la gravidanza - e in particolare nell'ultimo trimestre - alle donne è consigliato di assumere un ulteriore grammo di ferro per soddisfare il proprio fabbisogno e il corretto sviluppo del feto. Il ferro, infatti, non solo ha il compito di promuovere la produzione di nuovi globuli rossi, ma è anche fondamentale per garantire un adeguato peso alla nascita al neonato e favorire lo sviluppo cognitivo.
Sia la carenza di ferro (ID) sia l'anemia da carenza di ferro sono due problemi di salute comuni e significativi nelle donne in età riproduttiva e possono verificarsi anche nel periodo post-parto. Nel dettaglio, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definisce l'anemia da carenza di ferro un livello di emoglobina (Hb) inferiore a 11 g/dL nelle donne in gravidanza. La condizione, quando presente, può portare a una prolungata degenza ospedaliera, un peggioramento della qualità di vita, instabilità emotiva e una più alta probabilità di sviluppare depressione post-partum. In aggiunta, la carenza di ferro ha altre manifestazioni, come stanchezza, perdita di capelli e gambe stanche.
Il ferro è essenziale per il corretto funzionamento dell'organismo e gli alimenti che ne sono ricchi - come la carne rossa (cavallo e bovino), il fegato, la milza, le verdure a foglia verde, i legumi, i cereali integrali e il pesce azzurro - possono essere utili. In alcuni casi però è necessario supportare la dieta con integratori alimentari in grado di colmare l'aumentato fabbisogno organico di ferro tipico della gravidanza.
Gli integratori di ferro adatti alle donne incinte generalmente contengono anche altri nutrienti che supportano il corretto sviluppo fisico e cognitivo del feto e favoriscono la normale formazione dei globuli rossi (eritropoiesi) nella futura mamma e nel nascituro.

Tra i nutrienti più importanti vi sono:

- acido folico e folati, che favoriscono la crescita tissutale materna durante la gravidanza e riducono il rischio di sviluppo di difetti del tubo neurale nel feto;
- vitamina B6, che favorisce la proliferazione di globuli bianchi e rossi;
- vitamina B12, che favorisce la formazione di nuovi globuli rossi;
- vitamina C, che favorisce l'assorbimento del ferro nell'intestino,
- vitamina D, che supporta il normale sviluppo osseo.

La tecnologia Sucrosomiale
Per tutti questi motivi l'integrazione alimentare di ferro è fortemente raccomandata durante tutto il periodo della gravidanza. Tuttavia, l'assunzione di formulazioni standard del minerale per via orale potrebbe causare alcuni effetti avversi come il dolore addominale, il gonfiore, la diarrea e la costipazione.
Per superare questi limiti Pharmanutra S.p.A. ha sviluppato un'innovativa formulazione che prende il nome di tecnologia Sucrosomiale, in cui il ferro pirofosfato è avvolto da una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi. Tutti questi elementi prendono parte a una singola struttura, chiamata Sucrosoma.
Il ferro Sucrosomiale possiede un profilo di assorbimento differente rispetto ai comuni prodotti a base di ferro, evitando così al minerale di venire a contatto con la mucosa gastrointestinale. La strategia ne permette l'assunzione in qualsiasi momento della giornata (con o lontano dai pasti), per lunghi periodi di tempo, e previene qualsiasi fastidio comunemente associato all'assunzione di ferro, come retrogusto metallico e sgradevole, irritazione della mucosa gastrica, nausea o stitichezza, superando così i limiti legati all'integrazione convenzionale di ferro.
Un recente studio osservazionale ha valutato l'efficacia e la sicurezza dell'integrazione con ferro Sucrosomiale per un periodo di 60 giorni in donne che avevano portato a termine la gravidanza. Le 57 neomamme coinvolte avevano ricevuto una diagnosi di anemia da carenza di ferro lieve (Hb 9-11 g/dL) o moderata (Hb 7-9 g/dL).
Il disegno di studio prevedeva la somministrazione di ferro Sucrosomiale al dosaggio di 30 mg al giorno per 60 giorni nelle donne con IDA lieve. Mentre nelle donne con IDA moderata, la posologia era di 60 mg per i primi 10 giorni e poi 30 mg al giorno per i restanti 50 giorni di osservazione.
I risultati hanno dimostrato che il ferro Sucrosomiale era efficace nell'aumentare i livelli di emoglobina in entrambi i gruppi e l'81% delle donne reclutate non era più anemica al termine della supplementazione. Inoltre i sintomi legati all'anemia da carenza di ferro erano spariti già dopo 10 giorni dall'assunzione del ferro Sucrosomiale. Infine tutte le partecipanti allo studio hanno portato a termine il trattamento senza la comparsa di effetti avversi gastroenterici.

11/03/2024 11:00:00 Andrea Piccoli


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