L'infezione da virus Zika può causare conseguenze a lungo termine sui bambini. A dirlo è uno studio pubblicato su EBioMedicine da un team della Cleveland Clinic guidato da Suan-Sin Foo, Jae Jung, Weiqiang Chen, Karin Nielsen-Saines e Fundao Oswaldo Cruz, che ha esaminato i dati raccolti da una ondata di epidemia del virus Zika in Brasile responsabile di numerosi casi di infezione.
Sono stati raccolti campioni di sangue di neonati e bambini di 2 anni le cui madri erano state infettate dal virus durante la gravidanza.
Dall'analisi sono emersi livelli di infiammazione molto elevati, anche a due anni dall'eliminazione del patogeno. Il sistema immunitario favoriva la produzione di un determinato tipo di cellula T, alterando le risposte ai vaccini.
Il 95 per cento dei bambini nati da gravidanze infette non ha mostrato sintomi, ma questi bambini potrebbero comunque accusare ripercussioni immunologiche a lungo termine.
L'altro 5%, purtroppo, nasce con disabilità fisiche o neurologiche. I cambiamenti nel sistema immunitario potrebbero rendere i bambini più vulnerabili a infezioni come la difterite, il tetano e la pertosse.
“Il campo medico ha una definizione molto specifica della sindrome Zika congenita - conclude Foo - il nostro studio suggerisce che questa condizione è molto più complessa di quanto abbiamo ipotizzato finora. Dobbiamo ampliare i criteri diagnostici e condurre più ricerche per assicurarci che questi bambini immunologicamente vulnerabili ricevano le cure di cui hanno bisogno”.
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