Sterilità sconfitta dallo sperma dei coccodrilli

Nel liquido seminale degli animali i segreti dell'infertilità

Studiare l'infertilità maschile servendosi dello sperma dei coccodrilli marini. È l'idea di un team di ricercatori dell'Università di Newcastle, autori di uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B.
Stando agli scienziati britannici, nello sperma dei coccodrilli ci sarebbe un gruppo di proteine molto simili a quelle presenti nell'uomo. Le proteine in questione garantiscono agli spermatozoi la capacità di muoversi e riconoscere gli ovuli.
«Speriamo di usare il coccodrillo come modello per comprendere le funzioni dello sperma a livello basico e vedere se possiamo applicare questa scoperta nel trattamento della sterilità nella nostra specie», ha spiegato Brett Nixon, coordinatore della ricerca.
Nel corso dei test è stato raccolto lo sperma di diversi esemplari di coccodrillo. È stato poi incubato in condizioni simili a quelle esistenti nell'apparato riproduttivo femminile, scoprendo in tal modo un interruttore chimico che contribuisce all'attivazione delle proteine.
In molti casi, l'infertilità maschile è data da difetti dello sperma, che in condizioni normali fuoriesce dai testicoli in una forma immatura. «Prima di essere attivati, gli spermatozoi appaiono normali ma non hanno la capacità di nuotare e crediamo che non abbiano neanche la capacità di riconoscere un ovulo e partecipare alla riproduzione», ha precisato Nixon.
Finora i ricercatori erano convinti che il processo di maturazione degli spermatozoi fosse una caratteristica unica dei mammiferi, ma ora hanno scoperto che anche quello dei coccodrilli marini funziona in maniera simile, rivelandosi utile nell'ambito delle ricerche contro la sterilità.

05/05/2016 10:20:43 Andrea Sperelli


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