La narcolessia potrebbe trovare finalmente una cura grazie a una nuova molecola sperimentata fra gli altri anche dai medici dell'Irccs Istituto Scienze Neurologiche di Bologna.
La narcolessia è una condizione che provoca eccessiva sonnolenza diurna e attacchi improvvisi di sonno, con un impatto invalidante nella vita quotidiana delle persone che ne soffrono.
La nuova terapia è stata descritta sulle pagine del New England Journal of Medicine in uno studio cui hanno partecipato 73 pazienti. Punto di partenza del trial (di fase 2) sono state le conoscenze acquisite sull'orexina, il cui deficit è alla base dell'insorgenza della malattia. Nella ricerca gli autori - tra cui anche Giuseppe Plazzi, responsabile del Centro narcolessia situato all'interno dell'ospedale Bellaria del capoluogo emiliano e ordinario di neurologia all'Università di Modena e Reggio Emilia - hanno valutato la sicurezza e l'efficacia di un innovativo agonista sintetico del recettore della orexina.
È emerso che l'assunzione di questo composto ha determinato la scomparsa di tutti i sintomi della narcolessia. Dati che potrebbero essere definiti ottimi, se lo studio non fosse stato interrotto prima del previsto a causa della comparsa di episodi di epatotossicità in alcuni pazienti. Nonostante ciò, i dati raccolti indicano una nuova strada per il trattamento innovativo di questa malattia rara e invalidante.
L'orexina è il peptide scoperto negli anni 2000, responsabile del funzionamento di un network cerebrale adibito al mantenimento dello stato di veglia. La sua carenza è da allora il marker biologico della malattia che dal 2014 è stata rinominata narcolessia di tipo 1 per distinguerla da altre forme con orexina normale.
La scoperta dell'orexina ha aperto la strada a molteplici e diverse ricerche, tra cui quest'ultima, a cui hanno preso parte, oltre all'Italia, i più importanti laboratori internazionali per lo studio dei disturbi del sonno presenti negli Stati Uniti, in Giappone, in Francia, in Olanda e in Spagna.
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
Questa pagina è stata letta
259441 volte