Il numero dei centenari nel mondo sale sempre più. Da 151.000 persone con oltre 100 anni nel 2000 si è passati a 573.000 nel 2021, risultato in linea con il costante miglioramento delle cure sanitarie.
Per essere longevi, però, serve oltre a una buona genetica anche l'adozione di uno stile di vita coerente con un approccio salutistico. Un team di scienziati dell'Università di Sydney ha pubblicato su The Conversation i dettagli di uno studio che ha evidenziato quali sono i fattori chiave per vivere più a lungo. Osservando i dati di 34 studi osservazionali pubblicati dal 2000, i ricercatori hanno sintetizzato i 4 fattori chiave da tenere a mente:
1) Dieta varia con poco sale
I centenari e i quasi centenari avevano in genere una dieta equilibrata e varia. «Abbiamo scoperto che, in media, consumavano tra il 57% e il 65% del loro apporto energetico dai carboidrati, dal 12% al 32% dalle proteine e dal 27% al 31% dai grassi», spiegano i ricercatori Zhaoli Dai Keller, epidemiologa e nutrizionista alla Facoltà di medicina di Sidney e Perminder Sachdev, neuropsichiatra e docente di neuropsichiatria al Centro per l'invecchiamento cerebrale sano sempre a Sidney. Della loro alimentazione facevano parte riso, grano, frutta, verdura, carne bianca, pesce e legumi, e in generale lo scarso consumo di sodio. Non è un caso che la dieta tradizionale di Okinawa, una delle zone con più alta densità di centenari al mondo, preveda un consumo di sodio di circa 1,1 grammi, che rientra abbondantemente nei limiti stabiliti dall'Oms.
«Abbiamo scoperto - scrivono i ricercatori - che chi assumeva più sale preferendo cibi salati o aggiungendo sale extra ai pasti andava incontro a un rischio 3,6 volte maggiore di compromettere le funzioni fisiche rispetto a coloro che non amavano troppo il sale».
2) Uso limitato di farmaci
Pur non essendo esenti da malattie croniche, i centenari tendono a svilupparle molto più tardi rispetto alla media. Le persone coinvolte nella revisione assumevano in media 4,6 farmaci, in prevalenza per abbassare la pressione o curare malattie cardiache. La media dei farmaci assunti dai non centenari è di 6,7. L'assunzione di molti farmaci in maniera inappropriata è associata a maggiori eventi avversi come cadute, deterioramento cognitivo e ospedalizzazione a causa dell'interazione tra i farmaci.
3) Sonno di qualità .
Il sonno influenza il sistema immunitario, gli ormoni dello stress e le funzioni cardiometaboliche come obesità , pressione e diabete. Un sonno di qualità è associato a buona salute e a rischi ridotti di malattie croniche. «Nella nostra analisi - scrivono gli autori - il 68% dei centenari era soddisfatto della qualità del sonno. In un sondaggio sulla soddisfazione del sonno degli adulti in 13 paesi condotto nel 2020, la soddisfazione del sonno variava dal 29% al 67%».
4) L'influenza dell'ambiente.
Oltre a pensare come si vive, bisognerebbe prestare attenzione anche a dove si vive. Oltre il 75% dei centenari coinvolti nello studio viveva in zone rurali, un risultato facilmente associabile alla connessione fra natura, salute e benessere. L'esposizione spazi verdi è associata a minore stress, depressione, pressione sanguigna, diabete di tipo 2 e malattie cardiache.
A questi 4 fattori ovviamente vanno aggiunti il non fumare, non bere alcol e mantenersi fisicamente attivi e con buone relazioni sociali. Vivere fino a 100 anni è quindi un'impresa da raggiungere attraverso l'adozione di una serie di comportamenti, sperando nell'esistenza di un corredo genetico collaborativo.
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l'intervento del medico curante
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