Non sempre depressione è sinonimo di tristezza. Lo sapeva bene il prof. Carlo Lorenzo Cazzullo, padre della psichiatria italiana, che raccontava spesso un aneddoto al riguardo: «Uno psichiatra aveva in cura un paziente che non riusciva in alcun modo a tirar fuori dalla sua depressione. Un giorno ebbe un'idea e gli disse: mi hanno raccontato che in città c'è un circo dove si esibisce un clown irresistibile: perché non va a vederlo, magari riesce a far ridere pure lei. Il paziente allora gli rispose: “Dottore la ringrazio del consiglio, ma guardi che quel clown sono io”».
È quello che gli esperti definiscono “depressione sorridente”, in inglese “smiling depression”, una forma atipica di depressione nella quale il soggetto sperimenta pensieri depressivi anche gravi - senso di inutilità, disperazione - ma è anche in grado di nasconderli dietro a un sorriso, che non è forzato ma associato a momenti reali quanto fugaci di felicità. A questo alcuni accompagnano anche l'ostentazione di una serenità che in realtà non esiste, rendendo imperscrutabile il disagio che vivono.
Peraltro, uno studio dell'Università di Changchun coordinato da Xuefeng Sun e pubblicato su Brain & Behaviour ha analizzato il rapporto fra depressione e humour therapy, quanto cioè la terapia del sorriso abbia effetti su soggetti depressi.
In tutto sono stati valutati circa 3.000 soggetti provenienti da vari paesi. Si trattava di minori sottoposti a interventi chirurgici con anestesia, anziani delle RSA, pazienti affetti da Parkinson, tumori, malattie mentali, dializzati, mentre come controlli sono stati usati studenti e donne sane pensionate.
Tra le tecniche analizzate c'erano la laughter therapy/yoga e la clown therapy. Nel primo caso, il soggetto mima una risata compiendo esercizi di respirazione derivati dallo yoga e simili nel movimento a quelli attivati quando scoppiamo a ridere. Gli esercizi apportano più ossigeno al cervello e offrono una sensazione di maggior energia e serenità.
La clownterapia è divenuta popolare grazie al film Patch Adams con Robin Williams: viene praticata da medici, infermieri e personale volontario che si travestono da clown per migliorare l'umore dei pazienti, in particolare dei più piccoli
Il risultato della ricerca indica la capacità della humour therapy di agire positivamente sulle forme lievi di ansia e depressione, mentre la sua efficacia sulle forme gravi va approfondita. Tra i problemi di applicazione della terapia, uno dei più ostici è sicuramente l'atteggiamento di vasta parte del personale medico, che la interpreta il più delle volte come un disturbo e una perdita di tempo e di risorse. Ma le evidenze sembrano sempre più concordare verso un effetto benefico del trattamento.
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