Il sale fa male anche se la pressione è bassa

Aumenta il rischio di aterosclerosi, infarto e ictus

Avere una pressione nella norma non è un motivo valido per esagerare con il sale. A dirlo è un nuovo studio pubblicato su European Heart Journal Open da un team del Karolinska Institutet di Stoccolma.
Il consumo di sale produce danni anche nelle persone con valori pressori definiti normali, inferiori cioè ai 120/80 mmHg. Lo studio ha valutato l'associazione fra consumo di sale e calcificazioni, stenosi o placche nelle arterie del cuore o del collo. Al maggior consumo di sale corrispondeva un maggior rischio di aterosclerosi, con conseguente restringimento delle arterie dovuto alle placche, che possono ostruire il flusso sanguigno e provocare infarti o ictus.
Gli stessi risultati sono emersi quando i ricercatori hanno ristretto le analisi ai partecipanti con pressione sanguigna nella norma. A ogni aumento di 1 grammo di escrezione di sodio attraverso le urine è stata associata una probabilità maggiore del 3-4 per cento di presenza di placche carotidee o coronariche.
«Anche restando nell'intervallo di valori di pressione normali, chi mangia più sale rischia comunque di iniziare ad avere danni vascolari - spiega al Corriere della Sera Monica Giroli, biologa e specialista in Scienza dell'alimentazione presso l'Unità di Prevenzione aterosclerosi dell'Irccs Centro Cardiologico Monzino di Milano -. Si tratta di un rischio che cresce all'aumentare dell'introito di sale, in modo continuo, senza “scatti”. Per questo chi ha la pressione massima a 128 mmHg (valore ritenuto “sano”) può avere già più placche di chi ha la pressione a 110 mmHg».
Allo studio hanno preso parte 10.778 adulti fra i 50 e i 64 anni. In base ai dati emersi, i ricercatori svedesi consigliano di consumare al massimo un cucchiaino di sale al giorno, cioè circa 5 grammi. Il problema è che nella quantità di sale che consumiamo va considerato anche quello contenuto nei cibi già pronti, solitamente molto ricchi di sodio.
Una possibile forma di riduzione del danno è il consumo di sale iposodico, cioè quello in cui il cloruro di sodio è sostituito in parte dal cloruro di potassio, meno dannoso per l'organismo.
«Sono quei sali chiamati “dietetici” che si trovano al supermercato o in farmacia», spiega la dottoressa Giroli. «Attenzione però: il potassio contrasta l'aumento di pressione, ma questi prodotti salano meno, quindi tanti pazienti confessano di esagerare, con il risultato che l'introito di sodio non cambia».

23/10/2023 09:43:29 Andrea Sperelli


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