Un team dell'Università di Cambridge ha pubblicato sull'International Journal of Behavioral Development uno studio su come la qualità della relazione genitori-figli finisca per incidere sullo sviluppo emotivo e sulla capacità di empatizzare con gli altri dei ragazzi una volta diventati adulti.
«La prosocialità viene definita come un comportamento volontario che mira a beneficiare altre persone prendendosene cura, mostrando empatia e offrendo assistenza psico-fisica», spiega il primo autore Ioannis Katsantonis.
Sono pochi gli studi che hanno analizzato la maniera in cui lo sviluppo della salute mentale è correlato alla prosocialità in bambini e adolescenti.
«Le teorie dello sviluppo suggeriscono che le relazioni tra genitori e figli sono predittori significativi della psicopatologia dei bambini e della prosocialità », scrivono gli autori, che hanno utilizzato i dati di un campione comunitario di 10.703 bambini (50% femmine) del Millennium Cohort Study (MCS) intervistando famiglie e figli all'età di 5, 7, 11, 14 e 17 anni utilizzando sia un questionario sui punti di forza e le difficoltà (SDQ) composto da 5 elementi per rilevare i sintomi della psicopatologia infantile e il grado di prosocialità , sia le scale Straus Tactics Concept e Child-Parent Relationship per misurare rispettivamente il maltrattamento fisico/psicologico e i conflitti genitore-figlio.
Dai risultati emerge che conflitti e maltrattamenti si riverberano sulla salute mentale dei bambini e anche sulla loro prosocialità . «Questo studio evidenzia da un lato l'importanza sia dell'insegnamento ai figli del valore dell'empatia, della gentilezza e dell'aiuto agli altri, sia dell'interazione di qualità tra genitori e figli, come la vicinanza fisica e psicologica», conclude Katsantonis.
Fonte: International Journal of Behavioral Development 2023. Doi: 10.25384/SAGE.c.6871045.v1
International Journal of Behavioral Development
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