La carne rossa aumenta il rischio di diabete

Sostituire le proteine della carne rossa scongiura lo sviluppo della malattia

Il consumo di carne rossa espone a un maggior rischio di diabete. A dirlo è uno studio della Harvard T.H. Chan School of Public Health pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition.
Stando ai dati, chi consuma due o più porzioni di carne rossa alla settimana mostra un rischio maggiore di sviluppare la malattia. «I nostri risultati supportano le attuali linee guida che raccomandano di limitare il consumo di carne rossa, trasformata e non», esordisce il primo autore Xiao Gu, ricercatore post-dottorato al Dipartimento di Nutrizione della T.H. Chan, che assieme ai colleghi ha analizzato i dati sanitari di 216.695 partecipanti al Nurses' Health Study (NHS), NHS II e Health Professionals Follow-up Study (HPFS).
La dieta è stata valutata con questionari sulla frequenza alimentare ogni due o quattro anni, per un periodo fino a 36 anni. In questo lasso di tempo, oltre 22.000 soggetti hanno sviluppato il diabete di tipo 2. I partecipanti che consumavano più carne rossa mostravano un rischio maggiore del 62% di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a chi ne consumava di meno.
Ogni porzione aggiuntiva giornaliera di carne rossa lavorata era associata a un rischio maggiore del 46% di sviluppare il diabete di tipo 2 e ogni porzione aggiuntiva giornaliera di carne rossa non lavorata era associata a un rischio maggiore del 24%.
È stato calcolato anche l'effetto potenziale della sostituzione di una porzione giornaliera di carne rossa con un'altra fonte proteica. È emerso che la sostituzione con una porzione di noci e legumi ha l'effetto di ridurre del 30% il rischio di diabete, mentre la sostituzione con una porzione di latticini è associata a una riduzione del 22%.
«Alla luce di questi risultati e dei precedenti, un limite di circa una porzione a settimana di carne rossa sarebbe ragionevole per chi desidera ottimizzare la propria salute e il proprio benessere», commenta Walter Willett, coordinatore dello studio e professore di epidemiologia e nutrizione.

Fonte: American Journal of Clinical Nutrition 2023. Doi: 10.1016/j.ajcnut.2023.08.021
AJCN

04/01/2024 09:27:41 Andrea Sperelli


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