Il digiuno intermittente rigenera le cellule

Ma l'organismo sembra diventare più vulnerabile al cancro

Rigenerazione delle cellule, ma maggiore vulnerabilità al cancro. Sembrano questi gli effetti principali del digiuno intermittente, almeno a quanto risulta da uno studio dell'Istituto di tecnologia del Massachusetts di Boston pubblicato su Nature.
I ricercatori americani hanno indagati gli effetti del digiuno sulle cellule staminali intestinali, scoprendo la capacità del digiuno di potenziare i meccanismi rigenerativi e antinfiammatori. Tuttavia, ci sarebbe anche un effetto negativo, ovvero la maggiore vulnerabilità al cancro.
Per lo studio sono stati seguiti tre gruppi di topi: uno ha digiunato per 24 ore, un altro ha digiunato per 24 ore e poi ha potuto mangiare qualsiasi cosa durante un periodo di «ri-alimentazione» (di 24 ore) e un gruppo di controllo ha mangiato qualsiasi cosa volesse durante l'esperimento.
Nella fase di rigenerazione delle cellule che si verificava alla fine del periodo di ri-alimentazione di 24 ore è emerso però un maggior numero di mutazioni cancerose. I topi hanno cioè registrato una maggiore suscettibilità allo sviluppo di tumori intestinali alla ripresa dell'alimentazione.
Per scoprirlo, i ricercatori hanno attivato artificialmente un gene cancerogeno in tutti i topi. In quelli in fase di ri-alimentazione le probabilità di sviluppare polipi precancerosi si è dimostrata maggiore rispetto alla fase in cui il gene veniva attivato durante lo stato di digiuno.
«Attenzione alle semplificazioni. Dallo studio non si evince che “il digiuno può essere cancerogeno” - commenta al Corriere della Sera Stefano Erzegovesi, nutrizionista e psichiatra -, dato che nell'esperimento la crescita tumorale post-digiuno è stata stimolata con una specifica attivazione genica in laboratorio, quindi una situazione estrema e non fisiologica. Inoltre, assimilare l'uomo al topo ha ovviamente i suoi limiti. Il dato interessante è la grande attenzione che viene data al periodo post-digiuno, quando il metabolismo, lo stato del microbiota e la produzione di “fattori di crescita” richiedono un'alimentazione di ripresa leggera e ricca di fibre vegetali (brodi, zuppe, verdure cotte, piccole quantità di cereali integrali e di proteine) - dice lo specialista -. Fare il digiuno e poi mangiare bisteccone con patatine fritte può dare, sommando gli effetti, più svantaggi che svantaggi, sia per quanto riguarda il peso corporeo, sia per quanto riguarda la produzione eccessiva e sregolata di “fattori di crescita”. In questo studio sui topi si conferma quello che diceva Paracelso, “È la dose che fa il veleno” - spiega l'esperto -: fare un digiuno di breve durata seguito da un'alimentazione leggera ed equilibrata può stimolare i “fattori di crescita” che portano a una rigenerazione cellulare, quindi a rinnovamento cellulare e “ringiovanimento”. Se invece dopo il digiuno l'alimentazione è troppo ricca di “fattori di crescita” (ad esempio con eccesso di proteine animali) l'effetto di rinnovamento cellulare può diventare un processo di “eccessiva crescita”, quindi di tendenza verso ipertrofia, iperplasia ed eventuale crescita tumorale».

05/09/2024 12:10:00 Andrea Sperelli


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