Ecco perché le bibite zuccherate causano il diabete

Le modifiche al microbiota intestinale sono il tramite di questo legame

Le bevande zuccherate aumentano il rischio di insorgenza del diabete di tipo 2. Lo fanno attraverso le modifiche al microbiota intestinale, con particolare riguardo ai metaboliti, sostanze prodotte dai microrganismi che vivono nel nostro intestino.
Gli scienziati dell'Albert Einstein College of Medicine hanno realizzato uno studio pubblicandolo su Cell Metabolism che ha coinvolto un gruppo di adulti ispanici/latinoamericani negli Stati Uniti, una fascia di popolazione che registra alti tassi di diabete e che consuma grandi quantità di bevande zuccherate.
I dati indicano che bere almeno due bevande zuccherate al giorno è associato a cambiamenti nella composizione del microbiota e a un profilo metabolico legato a un maggior rischio di sviluppare il diabete nei 10 anni successivi.
Dal moment che alcuni di questi metaboliti sono prodotti dai microbi intestinali, i risultati suggeriscono che il microbiota potrebbe mediare questa relazione.
«Lo studio ha individuato alterazioni in nove specie batteriche, alcune delle quali sembrano avere un ruolo protettivo nei confronti delle disfunzioni metaboliche», commenta Luca Masucci, professore aggregato Istituto di Microbiologia, responsabile unità operativa Diagnostica molecolare e manipolazione del microbiota, Fondazione Policlinico Universitario "A.Gemelli" IRCCS di Roma. «Le variazioni osservate suggeriscono un impatto metabolico sfavorevole, con livelli più elevati di glucosio e insulina a digiuno, un aumento dell'indice di massa corporea e un peggior rapporto vita-fianchi. Questi batteri non risultano influenzati dall'assunzione di zuccheri solidi. Inoltre, sono stati identificati 56 metaboliti ematici associati al consumo di zuccheri in forma liquida, molti dei quali legati a un rischio aumentato di diabete».
«Sono state condotte diverse indagini sia su modelli animali sia su esseri umani con diabete di tipo 2 che hanno evidenziato cambiamenti nella composizione del loro microbiota», prosegue il professore. «Il microbiota intestinale è influenzato da molti fattori, come la posizione geografica, la cultura, la dieta, lo stato di salute e l'uso di farmaci, che possono agire come elementi confondenti. Questo rende difficile identificare un profilo microbiotico "comune" associato al diabete di tipo 2. In riferimento a questo stato dismetabolico, gli studi in assoluto non evidenziano differenze nella quantità totale di batteri tra i pazienti con diabete di tipo 2 e i soggetti sani, ma mostrano una riduzione della diversità microbica nei primi. Al momento, sembra improbabile che una singola specie microbica abbia un ruolo dominante nel determinare il rischio di sviluppare la malattia».
Serviranno altre ricerche come ha detto l'autore senior Qibin Qi, epidemiologo dell'Albert Einstein College of Medicine che ha aggiunto: “Anche se i nostri risultati sono osservazionali, forniscono spunti per potenziali strategie di prevenzione o gestione del diabete basate sul microbiota intestinale».
Il consumo di più bevande zuccherate aumenta in maniera significativa anche il rischio di ictus ischemico, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e aneurisma dell'aorta addominale.
Uno dei problemi delle bibite è che lo zucchero in esse contenuto è in forma liquida, il che rende più difficile raggiungere il livello di sazietà, spingendo quindi a un consumo eccessivo. Inoltre, i dolci vengono consumati in genere in occasioni speciali, mentre le bevande zuccherate possono essere consumate con più regolarità.

03/02/2025 Andrea Sperelli


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