La demenza è un concetto che associamo automaticamente all'età avanzata, ma non sempre è così. Uno studio pubblicato su Jama Neurology da un team della Maastricht University dimostra come il declino cognitivo possa colpire anche le persone con meno di 65 anni e a volte manifestarsi anche attorno ai 30 anni.
La demenza a esordio giovanile (YOD) è associata a una serie di fattori di rischio, 4 in particolare: bassi livelli di vitamina D, ipotensione ortostatica, aumento della proteina C reattiva e isolamento sociale.
Lo studio, coordinato da Stevie Hendriks, ha analizzato i dati di oltre 360.000 soggetti della UK Biobank con meno di 65 anni e senza diagnosi di demenza al momento della valutazione e seguiti per 8 anni. Nel corso del trial i casi di demenza a esordio precoce sono stati in media 7 l'anno ogni 100.000 persone, soprattutto nella fascia d'età 40-50.
Sono 39 i potenziali fattori di rischio identificati dalle revisioni sistematiche della demenza a esordio tardivo e dei fattori di rischio di demenza a esordio giovanile. Eccoli raggruppati in macroaree: fattori sociodemografici (istruzione, stato socioeconomico e sesso), fattori genetici (apolipoproteina E), fattori legati allo stile di vita (attività fisica, consumo di alcol, disturbo da uso di alcol, fumo, dieta, attività cognitiva, isolamento sociale), fattori ambientali (ossido di azoto, particolato, pesticidi e diesel), fattori marcatori del sangue (vitamina D, proteina C-reattiva, funzione stimata della velocità di filtrazione glomerulare e albumina), fattori cardiometabolici (ictus, ipertensione, diabete, ipoglicemia, malattie cardiache, fibrillazione atriale e uso di aspirina), fattori psichiatrici (depressione, ansia, uso di benzodiazepine, delirio e problemi del sonno) e altri fattori (lesione cerebrale traumatica, artrite reumatoide, disfunzione tiroidea, disturbi dell'udito e forza della presa).
I 15 fattori associati in maniera significativa a un rischio di YOD più alto sono: bassa scolarizzazione, basso status socioeconomico, presenza di 2 alleli ε4 dell'apolipoproteina, assenza di consumo di alcol, disturbo da uso di alcol, isolamento sociale, carenza di vitamina D, elevata C-reattività livelli proteici, scarsa forza manuale, disturbi dell'udito, ipotensione ortostatica, ictus, diabete, malattie cardiache e depressione.
Affermano gli studiosi: «In particolare abbiamo osservato che livelli inferiori alla norma di vitamina D - che ha un effetto neuroprotettivo e, al contrario, livelli alti di proteina C reattiva, sembrano predire le probabilità di demenza giovanile».
Dati potenzialmente utili a pianificare una strategia per cercare di ridurre l'incidenza di questo fenomeno.
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