Il batterio che aumenta il rischio di ictus

Un ceppo di streptococco è associato a una prognosi peggiore

Un batterio della famiglia dello Streptococco, lo Streptococco anginosus o milleri, è associato a un maggior rischio di ictus e a probabilità più elevate di prognosi peggiore e rischio di morte.
A rivelarlo è uno studio presentato alla Conferenza internazionale sull’ictus dell’American Stroke Association. Lo studio, realizzato fra il 2020 e il 2021, ha coinvolto 244 persone in Giappone con età media di 70 anni. 189 pazienti avevano ricevuto una diagnosi di ictus negli ultimi 7 giorni, e sono stati messi a confronto con 55 persone della stessa età senza una storia di ictus.
I pazienti con ictus erano in cura al National Cerebral and Cardiovascular Center di Osaka, la più grande Stroke Unit del Paese, gli altri erano partecipanti dello studio «Suita», che analizza i fattori di rischio cardiovascolare nelle persone di mezza età e anziane.
È stato esaminato il microbiota orale e intestinale di entrambi i gruppi, utilizzando campioni di saliva e feci. Il follow-up, durato 2 anni, ha mostrato quanti dei pazienti colpiti da ictus sono morti o hanno avuto nuovi eventi cardiovascolari.
È emerso che i pazienti colpiti da ictus con una quantità significativa di Streptococco anginosus nell’intestino avevano maggiori probabilità di morire o di subire un altro evento cardiovascolare rispetto a quelli con ictus ma senza Streptococco anginus.
Un risultato che suggerisce la possibilità di sfruttare l’analisi della flora batterica di bocca e intestino per determinare il rischio di ictus.
La presenza di Streptococco anginosus nell’intestino è associata a un aumento del 20% delle probabilità di ictus, mentre Anaerostipes hadrus – altro batterio intestinale associato a effetti benefici – è legato a una riduzione del rischio del 18% e Bacteroides plebeius a una riduzione del 14%. I sopravvissuti all’ictus con Streptococco anginosus nell’intestino avevano anche un rischio molto più alto di morte ed eventi cardiovascolari maggiori, tendenza non rilevabile in chi mostrava quantità significative di batteri Anaerostipes hadrus e Bacteroides plebeius.
«I nostri risultati offrono nuovi spunti di riflessione sul legame tra i batteri orali e il rischio di ictus, nonché sulle potenziali strategie di prevenzione - ha detto Shuichi Tonomura, autore principale dello studio e neurologo al National Cerebral and Cardiovascular Center di Osaka -. Sia lo Streptococcus mutans che lo Streptococcus anginosus sono batteri che contribuiscono alla carie, producendo acidi che rompono lo smalto dei denti. Ciò evidenzia l'importanza della prevenzione, che può essere ottenuta riducendo l'assunzione di zuccheri e utilizzando dentifrici che agiscono su questi batteri. Mantenere una buona igiene orale è essenziale». Inoltre, ha aggiunto Tonomura, «il microbiota orale e intestinale è fortemente influenzato dallo stile di vita. Batteri di genere diverso potrebbero essere tra i responsabili dell'ictus in altri Paesi».
«Una cattiva salute orale può portare all'infiammazione e far aumentare il rischio di ictus. L'aumento dei livelli di Streptococcus anginosus riscontrati nell'intestino dei pazienti è significativo e il fatto che i livelli siano stati collegati a un aumento della mortalità due anni dopo l'evento suggerisce che possa avere un ruolo nel rischio di ictus in corso - ha commentato Louise McCullough, primario di Neurologia al Memorial Hermann Hospital-Texas Medical Center di Houston, non coinvolta nello studio -. L'esame di un gruppo più ampio di persone che non hanno ancora avuto un ictus ma che presentano fattori predisponenti potrebbe migliorare la nostra comprensione del modo in cui i batteri in questione sono correlati al rischio. Questa conoscenza potrebbe aiutare a migliorare le strategie di prevenzione».

11/03/2025 09:36:31 Andrea Sperelli


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