Internet altera la percezione del tempo

Non riusciamo a comprendere la quantità di tempo che perdiamo online

Scrollare lo schermo alla ricerca di non si sa bene cosa. È un'attività ormai familiare per molti di noi, se non tutti. Ma quali sono le conseguenze? Tanti medici hanno cercato di metterci sull'avviso riguardo ai possibili danni alla colonna vertebrale e alle varie articolazioni. I neurologi ci spiegano che così facendo la qualità del nostro sonno viene pregiudicata, senza contare gli ammonimenti degli psicologi, che lanciano l'allarme sulle ricadute nei confronti delle nostre relazioni sociali.
C'è un altro aspetto che però non abbiamo considerato finora, ovvero la semplice perdita di tempo. Secondo il rapporto Estado Mvil del 2022, infatti, trascorriamo in media l'impressionante numero di 5 ore incollati allo schermo del telefono, nella maggior parte dei casi impegnati nell'attività di trascinare il dito sul display. Un'attività che altera la nostra percezione del tempo.
Peter Tse, Professore di Neuroscienze Cognitive al Dartmouth College, afferma: “La ricerca nel mio laboratorio mostra che gli eventi sembrano durare più a lungo quando prestiamo loro molta attenzione. Questo perché il cervello non ha un orologio per misurare il tempo e giudica dalle informazioni che ha elaborato. Quando prestiamo attenzione, elaboriamo più informazioni per unità di tempo", spiega, perché “c'è una percezione temporale che si basa sulla memoria”.
Vale a dire che quando facciamo qualcosa di nuovo il tempo passa più lentamente secondo la nostra percezione.
Secondo il professore, quello che ci accade su Internet è un mix, nel senso che "possiamo essere molto coinvolti in un videogioco, e in quel momento percepire che il tempo passa lentamente, ma poiché non stiamo guardando l'orologio e molte delle nostre azioni sono ripetitive, la nostra memoria ci dirà, retrospettivamente, che il gioco è passato molto velocemente".
Social come Instagram o Twitter investono l'utente di una quantità infinita di informazioni e notizie, e il soggetto passa da una narrazione all'altra senza neanche farci caso perché tutte si assomigliano un po' l'una con l'altra. Alla fine, ricordiamo poco o nulla, ma l'esperienza dello scroll rimane la stessa.
In questa coazione a ripetere, perdiamo una quantità di tempo incredibile. Per questo lo studio americano sprona le persone a staccarsi dal modello del vagabondaggio virtuale e a riprendere il controllo della propria vita.

01/03/2023 10:00:00 Andrea Sperelli


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