Protesi al seno e rischio di linfoma

Si indaga su una possibile correlazione

Le protesi al seno potrebbero aumentare le possibilità di insorgenza di una rara forma tumorale, il Linfoma Anaplastico a Grandi Cellule (ALCL).
È questa l'ipotesi su cui stanno indagando le agenzie sanitarie internazionali.
Il ministero della Salute fa parte di una task force internazionale che monitora la patologia. Nel 2015, è stata pubblicata una circolare con l'obiettivo di sensibilizzare gli operatori sanitari a “una corretta diagnosi di ALCL in presenza di sintomatologia sospetta".
Negli Stati Uniti, i casi riportati di ALCL in donne con protesi al seno sono ad oggi 457. Le donne colpite hanno spesso dovuto chiedere la rimozione delle protesi per i pesanti sintomi a loro carico.
Malgrado le testimonianze di molte donne, al momento la Food and Drug Administration non ha ancora raccomandato il ritiro delle protesi, dal momento che il bando dei prodotti non avrebbe ancora una base scientifica adeguata.
In Italia, si legge sul sito del ministero della Salute, "il database ministeriale registra 41 casi (dal 2014 a febbraio 2019)" di tumori ALCL associati a protesi - in particolare le protesi mammarie a superficie testurizzata - mentre sono circa 51.000 le protesi mammarie impiantate ogni anno in Italia.
“Anche se il numero di casi risulta essere molto basso in rapporto al numero di dispositivi utilizzati - precisa il ministero - si ritiene utile e necessario continuare ad attenzionare la tematica".
“Solo il follow-up a lungo termine di un elevato numero di soggetti affetti potrà consentire di formulare protocolli di trattamento univoci, in seguito ai quali ci si potrà esprimere correttamente anche sulla prognosi della patologia", conclude la nota ministeriale.

09/04/2019 11:15:00 Andrea Sperelli


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