Un nuovo studio pubblicato su Lancet Oncology dimostra che l'utilizzo dell'immunoterapia insieme ai farmaci antirigetto riduce il rischio di rigetto ed elimina il cancro nei pazienti con cancro del rene sottoposti a trapianto.
«La maggior parte dei pazienti sottoposti a trapianto di rene con cancro interrompe o riduce la terapia immunosoppressiva prima di iniziare il trattamento con un inibitore del checkpoint immunitario, e circa il 40% di questi pazienti svilupperà un rigetto dell'allotrapianto. Non è del tutto chiaro se l'eliminazione dell'immunosoppressione, l'inibizione del checkpoint immunitario o entrambe siano alla base del rigetto d'organo», spiega Robert Carroll del Royal Adelaide Hospital e della University of South Australia, autore principale del lavoro.
Gli scienziati hanno realizzato uno studio multicentrico su 17 persone sottoposte a trapianto di rene dai 18 anni in su, con cancro incurabile, localmente avanzato, o
tumori solidi metastatici.
I pazienti, che hanno ricevuto dosi standard di nivolumab (3 mg/kg per via endovenosa ogni 14 giorni per cinque cicli, poi 480 mg ogni 28 giorni per un massimo di due anni), hanno ricevuto una mediana di tre infusioni, e il follow-up mediano è stato di 28 mesi.
In nessun caso si è manifestato un rigetto del trapianto senza evidenza di risposta tumorale, e non sono stati riportati decessi o eventi avversi legati al trattamento. Gli eventi avversi di grado 3 o 4 più comuni consistevano in una diminuzione della conta linfocitaria in quattro (24%) pazienti, febbre o infezioni in quattro (24%) pazienti, diminuzione dell'emoglobina in tre (18%) pazienti e aumento della creatinina in tre (18 %) pazienti.
La combinazione tra antirigetto e immunoterapici ha ridotto il tasso di rigetto del 12%, eradicando le cellule tumorali nel 25% dei pazienti. «Saranno necessari altri studi di conferma, ma abbiamo visto che il mantenimento dell'immunosoppressione
di base prima del trattamento con un inibitore del checkpoint immunitario nei trapiantati di rene non influenza l'efficacia attesa e può ridurre il rischio di rigetto dell'allotrapianto mediato dagli inibitori del checkpoint immunitario», concludono gli autori.
Fonte: Lancet Oncology 2022. Doi: 10.1016/S1470-2045(22)00368-0
Lancet Oncology
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