La somministrazione precoce di antibiotici può migliorare la prognosi dei neonati pretermine ricoverati in terapia intensiva neonatale.
A dirlo è uno studio pubblicato su Pediatrics e firmato da Weiyin Yu dell'Università di Fudan, in Cina, che ha analizzato l'uso, la durata e quali tipi di antibiotici potessero modificare la prognosi dei neonati pretermine.
«Circa l'80% dei neonati con peso alla nascita molto basso o pretermine ha ricevuto antibiotici durante la prima settimana di vita, ma una terapia utilizzata in modo così ampio non genera solo benefici, ma può associarsi anche a un aumento della mortalità e morbilità nei bambini senza vere infezioni», spiega Weiyin.
Sono tanti gli studi che hanno esaminato l'associazione fra uso precoce di antibiotici e prognosi neonatale, ma i risultati sono stati finora poco attendibili.
«E per quanto ne sappiamo nessuno studio ha finora valutato la relazione tra uso precoce e tardivo di antibiotici», scrivono gli autori. Gli scienziati hanno esaminato il nesso fra uso, durata e tipi di antibiotici usati precocemente e mortalità e morbilità neonatali in un campione di 27.532 neonati pretermine ricoverati in 25 Unità di terapia intensiva neonatale in Cina.
I criteri di esclusione includevano: (1) morte o dimissione entro 7 giorni dalla nascita; (2) anomalie congenite maggiori; (3) morbilità correlate alle infezioni entro 7 giorni dalla nascita; e (4) dati di errore sull'uso di antibiotici.
Fra le morbilità legate alle infezioni c'erano sepsi dimostrata da coltura, sepsi clinica, polmonite associata a ventilazione meccanica, infezione del tratto urinario, enterocolite necrotizzante (NEC), perforazione intestinale spontanea e qualsiasi intervento chirurgico. Dell'intera coorte, 18.302 neonati (85%) hanno ricevuto antibiotici precoci, con una durata media della terapia di 6 giorni.
I risultati sembrano evidenti: «L'uso precoce e giudizioso di antibiotici tra i neonati non critici, in particolare evitando un uso prolungato e farmaci ad ampio spettro, può migliorare la prognosi neonatale, con un impatto significativo sull'uso di antibiotici nelle terapie intensive», concludono i ricercatori.
Fonte: Pediatrics 2023. Doi: 10.1542/peds.2022-059427
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