La migliore strategia per prevenire la dermatite atopica nei bambini ad alto rischio è quella di applicare precocemente delle creme emollienti. Ad affermarlo è uno studio pubblicato sul Journal of the European Academy of Dermatology & Venereology da un team del People's Hospital of Xinjiang Uygur Autonomous Region, in Cina.
La dermatite atopica colpisce dal 5 al 30% dei bambini in tutto il mondo ed è la malattia infiammatoria della pelle più diffusa e ricorrente.
«L'applicazione profilattica di emollienti è una strategia notoriamente efficace contro la dermatite atopica infantile; tuttavia, la differenza di efficacia tra i diversi emollienti è sconosciuta. Abbiamo eseguito questa metanalisi di rete per confrontare diversi emollienti abitualmente utilizzati nella prevenzione della malattia», spiega Junqin Liang, primo nome dello studio.
Cercando negli archivi di Pubmed, Embase e Cochrane, i ricercatori hanno individuato 11 studi randomizzati controllati che hanno coinvolto 3.483 bambini.
Tre tipi di emollienti, tra cui una crema, un'emulsione e una formulazione mista, sono risultati efficaci nella prevenzione della dermatite atopica infantile in maniera paragonabile.
Un'ulteriore analisi mostra però che l'emulsione emolliente potrebbe essere l'opzione migliore. I soggetti che hanno ricevuto emollienti hanno, tuttavia, manifestato più frequentemente eventi avversi. «I risultati di questa revisione sistematica e della metanalisi di rete mostrano che l'applicazione precoce di emollienti cutanei può prevenire efficacemente lo sviluppo della dermatite atopica nei neonati e, tra i tre tipi di emollienti disponibili, l'emulsione emolliente è probabilmente l'opzione ottimale nell'infanzia per prevenire lo sviluppo della malattia in modo più efficace», concludono gli autori.
Altre ricerche propongono invece l'utilizzo dei probiotici per la dermatite atopica. La malattia sarebbe sensibile a un trattamento a base di un probiotico, che offrirebbe una protezione efficace contro i biofilm patogeni senza dover ricorrere ai farmaci.
Due studi coordinati da Eva Berkes, ricercatrice presso la Quorum Innovations di Sarasota, in Florida, hanno analizzato la possibilità di tale applicazione.
Nei pazienti affetti da dermatite atopica i biofilm patogeni formati da Staphylococcus aureus hanno un ruolo fondamentale. Le terapie di contrasto ai batteri riducono il rischio di infezione e migliorano anche altri aspetti legati alla malattia, dal momento che la colonizzazione batterica contribuisce all'infiammazione e alla distruzione della barriera cutanea.
La dott.ssa Berkes sostiene che il probiotico utilizzato ha fornito lo stesso grado di protezione assicurato dal Desametasone, che però è uno steroide con effetti collaterali anche pesanti.
«Abbiamo sviluppato il probiotico senza l'utilizzo di prodotti chimici ma solo con un processo fisico per potenziarne l'attività , così la sua efficacia è un po' migliorata rispetto alla forma pura».
Nel corso del primo studio gli scienziati hanno utilizzato un detergente per rimuovere lo strato lipidico protettivo della pelle, in modo tale che i campioni simulassero la presenza della dermatite atopica. L'applicazione successiva del probiotico ha dimostrato di essere efficace nella riparazione del danno ed è riuscita a raddoppiare i livelli di filaggrina, una proteina preposta alla corretta differenziazione dell'epidermide, il che garantisce l'effetto barriera.
Nel secondo studio, invece, l'estratto ha evidenziato la capacità di raddoppiare le proprietà antiadesive della pelle e un'efficacia pari a quella degli antibiotici nel meccanismo di inibizione dei biofilm di Mrsa.
I risultati in vitro dovranno ora essere confermati anche su modello animale e poi sull'uomo.
Fonte: JEADV 2022. Doi: 10.1111/jdv.18688
JEADV
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