Un team di ricerca americano ha posto l'accento su una possibile origine genetica dell'anoressia. Il lavoro dell'Istituto scientifico californiano The Scripps, pubblicato su Molecular Psychiatry, ha analizzato 262 campioni di Dna che provenivano da soggetti colpiti dal disturbo alimentare.
Grazie a una mappatura genetica, i ricercatori hanno individuato la presenza di varianti del gene EPHX2, un gene che codifica per una proteina la cui funzione è legata alla metabolizzazione del colesterolo e la cui disfunzione può causare ipercolesterolemia familiare.
L'ipotesi dei ricercatori è che i bassi livelli di colesterolo possano causare l'inibizione dell'attività della serotonina, ovvero il neurotrasmettitore che regola importanti funzioni fisiologiche fra cui il comportamento alimentare.
Un altro team di ricerca si è invece concentrato su una regione del cromosoma 1. Gli specialisti statunitensi della University of Pittsburg Medical Center hanno studiato quasi duecento famiglie dove almeno un componente era colpito da anoressia o altri disturbi dell'alimentazione. In una prima fase gli autori hanno trovato un legame molto lieve con un marcatore del cromosoma 4. È stato così possibile selezionare una quarantina di gruppi familiari dove almeno due membri presentavano disturbi di anoressia nervosa. In questo gruppo, i dati ottenuti hanno consentito l'identificazione della regione D1S3721 sul cromosoma 1p, definita come ''altamente coinvolta'' nell'insorgenza dell'anoressia. Altri legami sono stati poi evidenziati su regioni dei cromosomi 2, 4, 5, 8, 9, 16 e 22.
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