Per mantenere una buona qualità di vita i pazienti affetti da Parkinson potrebbero sperimentare la stimolazione cerebrale profonda del nucleo subtalamico (STN-DBS). A rivelarlo è uno studio pubblicato su Jama Network Open da un team dell'Università di Colonia.
Secondo lo studio, la qualità di vita dei pazienti sottoposti a stimolazione profonda rimane stabile a 5 anni rispetto a quella dei pazienti che non vengono trattati, nei quali la qualità di vita peggiora sensibilmente.
«La stimolazione cerebrale profonda del nucleo subtalamico migliora la QoL nei pazienti con malattia di Parkinson avanzata. Tuttavia, mancano studi controllati sull'argomento che abbiano compreso più di tre anni di follow-up. Noi abbiamo voluto studiare gli effetti a lungo termine della STN-DBS sulla qualità della vita rispetto ai farmaci standard», spiega Stefanie Jost, autrice principale del lavoro.
I ricercatori hanno preso in esame 167 pazienti dal 2011 al 2017. Tra i parametri considerati c'erano il Parkinson's Disease Questionnaire 8 (PDQ-8), la Unified PD Rating Scale-esame motorio, la scala per i risultati nella malattia di Parkinson-attività della vita quotidiana (ADL) e complicanze motorie, e la dose giornaliera equivalente di levodopa.
Allo studio hanno partecipato 108 pazienti con età media di 63,7 anni. Dopo 5 anni di follow up, PDQ-8 e ADL sono peggiorati solo nel gruppo trattato con farmaci standard, mentre entrambi i risultati sono rimasti stabili nel gruppo STN-DBS. I cambiamenti nel PDQ-8 e nell'ADL erano moderatamente correlati. Inoltre, i risultati della STN-DBS erano favorevoli per complicanze motorie, mobilità , e riduzione della dose giornaliera equivalente a levodopa. «L'associazione tra cambiamenti in QOL e ADL, ma non nel deficit motorio o nelle complicanze, evidenzia l'importanza relativa dei risultati di ADL per le valutazioni a lungo termine», concludono gli autori.
Fonte: JAMA Network Open 2024. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2023.52177
Jama Network Open
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