Sono tanti i bambini vittime di alterazioni della funzione intestinale e di dolore addominale. Sintomi sintetizzabili con la formula “colon irritabile”, una condizione che può avere effetti significativi sulla qualità di vita dei più piccoli.
Ora arrivano le prime linee guida italiane specifiche per questa categoria di pazienti. “Hanno come obiettivo primario di limitare sia il ricorso indiscriminato a esami invasivi e inutili sia l'utilizzo di farmaci somministrati senza chiare indicazioni", spiega Claudio Romano, presidente della Società italiana di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (Sigenp), sigla che ha varato il documento insieme alla Società italiana di pediatria (Sip), Società italiana di gastroenterologia e endoscopia (Sige) e Società italiana di eurogastroenterologia (Singem).
"C'è un grande interesse mediatico, con coinvolgimento del mondo farmaceutico, attorno ai pazienti pediatrici con colon irritabile anche noto come Ibs, Inflammatory Bowel Syndrome - spiega Romano, presidente Sigenp - come società scientifiche abbiamo deciso di fare chiarezza producendo un documento di facile fruizione rivolto in particolare alla medicina del territorio".
“Queste linee guida - afferma il promotore del documento, Giovanni Di Nardo, docente di Medicina dell'Università Sapienza di Roma - suggeriscono un approccio diagnostico basato soprattutto sulla valutazione dei sintomi e forniscono indicazioni semplici e chiare sulla gestione del paziente che, in prima istanza, prevede accorgimenti dietetici e un supporto psicosociale, generalmente sufficienti a gestire i sintomi del bambino con colon irritabile e poi, solamente in casi selezionati e sotto supervisione specialistica, può essere indicato un trattamento farmacologico".
Nei bambini con sintomi sospetti si consiglia la sierologia per la celiachia, il dosaggio della calprotectina fecale e della proteina C reattiva, mentre sono sconsigliati i test per le intolleranze e le allergie. La colonscopia è raccomandata solo nei pazienti con segni di allarme.
"È importante ribadire che per quanto riguarda i trattamenti, raccomandiamo fortemente l'approccio dietetico e psicologico; le terapie farmacologiche sono da riservare a casi molto selezionati e solo sotto la supervisione specialistica - continua Romano - inoltre abbiamo messo a punto raccomandazioni specifiche per fare chiarezza sull'uso degli integratori”.
"Il costante aumento dell'impegno richiesto al Servizio sanitario nazionale per il ricorso improprio ad accertamenti, spesso di terzo livello e invasivi, per esempio l'endoscopia, e a terapie indiscriminate, anche in autoprescrizione - conclude Renato Tambucci pediatra all'Ospedale Bambino Gesù di Roma - ha reso necessario lo sviluppo di linee guida specifiche per l'età pediatrica volte a fornire raccomandazioni chiare sulla gestione dell'IBS basate sulle attuali evidenze. Non si sa quale sia la causa precisa del colon irritabile dei bambini, ma recenti evidenze suggeriscono che interazioni tra cervello e intestino giochino un ruolo determinante, perciò un'accurata anamnesi e una visita clinica approfondita sono gli elementi chiave per formulare la diagnosi. È importante eseguire un approfondito colloquio con la famiglia per rassicurare circa la benignità della condizione, e la rincorsa verso accertamenti e terapie inutili può essere solamente fonte di ulteriore stress”.
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