Covid, il problema dell'olfatto

Molti pazienti sperimentano una persistente disfunzione olfattiva

Il gusto torna, ma a volte non altrettanto fa l'olfatto. È la conclusione di uno studio pubblicato su Jama Network Open da un team della Perelman School of Medicine dell'Università della Pennsylvania guidato da Shima Moein, che ha analizzato gli esiti a lungo termine della funzione del gusto e dell'olfatto in soggetti con infezione da Covid-19.
Alla ricerca hanno preso parte 774 partecipanti provenienti da diverse aree degli Stati Uniti. I test utilizzati, il Waterless Empirical Taste Test (WETT) e lo University of Pennsylvania Smell Identification Test (UPSIT), hanno fornito dati quantitativi affidabili sulle capacità gustative e olfattive dei soggetti coinvolti.
I risultati indicano che, malgrado la funzione del gusto non mostrasse differenze significative nei soggetti con o senza storia pregressa di Covid-19 a un anno dall'infezione, in circa un terzo degli ex pazienti si registrava una persistente disfunzione olfattiva.
Le analisi hanno evidenziato come l'infezione da varianti più vecchie del virus, come la variante Alpha e l'originale non tipizzata, fosse associata a una maggiore perdita olfattiva rispetto alle varianti più recenti, come l'Omicron.
Secondo i ricercatori, peraltro, anche i problemi di perdita del gusto sarebbero da imputare in realtà all'olfatto, in quanto determinati da molecole olfattive che raggiungono un epitelio olfattivo danneggiato, compromettendo così la sensazione del sapore.

Fonte: JAMA Network Open 2024. Doi:10.1001/jamanetworkopen.2024.7818
Jama Network Open

30/04/2024 11:40:00 Andrea Sperelli


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