Biomarcatori per il cancro della vescica

Nell'urina alcuni valori suggeriscono la presenza del tumore

Il cancro della vescica potrebbe essere diagnosticato grazie alla presenza di alcuni biomarcatori nelle urine. Per l'esattezza, lo studio pubblicato dai ricercatori della University of Houston su Oncotarget rivela l'efficacia diagnostica dei valori di IL-
1á, IL-1ra e IL-8.
«I biomarcatori urinari potrebbero potenzialmente fornire una conferma preliminare di cancro della vescica di basso grado prima che vengano eseguite procedure invasive e facilitare la sorveglianza di tale malattia», spiega Chandra Mohan, autrice senior del lavoro.
La ricerca ha analizzato i campioni di urina di 66 soggetti, 35 dei quali affetti da cancro alla vescica, mentre gli altri 31 rappresentavano il campione di controllo. Gli scienziati si sono serviti di una piattaforma di screening basata su Luminex con un pannello di citochine/chemochine che valutava simultaneamente 16 biomarcatori urinari. Delle 16 proteine esaminate da Luminex, 12 rientravano nell'intervallo rilevabile e, tra queste, 10 hanno mostrato un aumento significativo nei pazienti con tumore rispetto ai controlli.
8 proteine riuscivano a differenziare l'urina delle persone con cancro della vescica da quella dei soggetti di controllo con valori di specificità superiori a 0,9. Una successiva convalida ELISA su una coorte indipendente di 20 controlli presi dall'ambulatorio di urologia e 60 soggetti con cancro della vescica ha riguardato i migliori biomarcatori. IL-1á, IL-1ra e IL-8 sono stati in grado di distinguere l'urina dei controlli dall'urina prelevata in vari stadi di cancro della vescica, e tra tutti IL-8 ha offerto la prestazione migliore.
Il valore non solo riesce a distinguere l'urina di soggetti con cancro della vescica da quella dei controlli, ma differenzia anche la malattia di alto grado da quella di basso grado e le fasi cliniche successive del cancro.
«Guardando al futuro, saranno necessari studi sistematici in coorti di pazienti più grandi per stabilire i contesti clinici specifici in cui questi marcatori possono essere utilizzati. Infine, le prestazioni di questi nuovi biomarcatori delle urine dovranno essere confrontate con quelle degli attuali parametri di valutazione, come il test Bladderchek e UroVysion FISH», spiegano gli autori.

Fonte: Oncotarget

30/06/2021 14:45:00 Andrea Sperelli


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