L'ascesa del norovirus

Molto contagioso, il virus causa sintomi gastrointestinali

La Ferrari dei virus. Così è stato definito il norovirus dalla rivista Science per via della sua incredibile contagiosità e velocità nel diffondersi. Il norovirus causa soprattutto sintomi gastrointestinali come diarrea, vomito, mal di stomaco, rappresentando non a caso la causa più comune di malattie gastrointestinali.
Nell'emisfero settentrionale il virus sta segnando numeri da record. Nella prima settimana del dicembre scorso si sono verificati 91 focolai negli Stati Uniti, ma anche in Europa si è registrata un'impennata dei casi come testimonia un articolo dello scorso settembre pubblicato su Eurosurveillance.
Alla base di questo fenomeno ci sarebbe una variante più contagiosa nota come Kawasaki, dal nome della città giapponese dove è stata isolata per la prima volta nel 2015. La variante avrebbe spodestato la vecchia GII.4. I numeri confermano che circa il 70% dei virus isolati da settembre alla fine dell'anno appartiene al nuovo ceppo GII.17.
«L'immunità di base acquisita da precedenti infezioni cala nel tempo, inoltre i ceppi mutano rapidamente, per questo il norovirus potrebbe risultare sconosciuto al sistema immunitario di molti», osserva Antonella Castagna professore ordinario di Malattie Infettive, Università Vita e Salute e primario della Divisione Malattie infettive all'Ospedale San Raffaele di Milano.
«La trasmissibilità del norovirus è altissima - conferma la professoressa Castagna - e, una volta che una persona entra in contatto con il virus, i sintomi si manifestano entro 48 ore. Le persone, pur guarite, possono restare contagiose per settimane perché il virus permane a lungo nelle feci: per questo è consigliato restare un per un po' isolati anche quando si sta meglio, non maneggiare alimenti quando si ha la diarrea, prestare molta attenzione quando si cambiano i pannolini e tirare lo sciacquone con il water chiuso per evitare il diffondersi di particelle infette».
In genere, il virus si trasmette per via oro-fecale, tramite cibo o acqua contaminati. In particolare, possono essere veicoli di trasmissione del virus molluschi crudi o frutta e verdura lavate male. Ci si può contagiare anche inalando particelle infette rilasciate da vomito e feci. Il virus si diffonde comunemente attraverso particelle lasciate su superfici da una persona infetta che non si è lavata bene le mani.
Diarrea, vomito, nausea e mal di stomaco si risolvono in genere nel giro di 2-3 giorni. Possono manifestarsi anche dolori muscolari, malessere generale, mal di testa e febbre. In anziani, bambini molto piccoli e pazienti immunocompromessi i sintomi sono più gravi e durano più a lungo. Sebbene la mortalità sia bassa nei Paesi ricchi, il norovirus uccide ogni anno circa 200 mila bambini piccoli nei Paesi in via di sviluppo.
Come per altri virus, non esiste una vera e propria terapia, ma prodotti che possono contrastare i sintomi. Si può contrastare la disidratazione provocata da vomito e diarrea bevendo molta acqua e bevande contenenti sali minerali. Da evitare le bevande zuccherine e i succhi di frutta. Utili i prebiotici per la loro azione di ripristino della flora intestinale.
Il virus è altamente resistente, fino a temperature di 60 gradi e anche nei confronti del cloro. «Resiste anche a molti disinfettanti ed è davvero difficile eliminarlo», sottolinea la professoressa Castagna. «Non abbiamo un vaccino e quindi per combatterlo non ci resta che affidarci alle misure di prevenzione e igiene, in realtà molto efficaci. È dunque cruciale lavarsi bene le mani con acqua e sapone: il gel disinfettanti potrebbero non bastare. Occorre inoltre grande attenzione durante la lavorazione del cibo, che può venire contaminato da chi lo manipola e poi messo in commercio».
Allo studio da anni ci sono diversi vaccini, ma quello in stato più avanzato, che conteneva la proteina di superficie del virus - VP1 -, ha fallito la sperimentazione sui neonati ed è stato quindi accantonato.

04/02/2025 12:43:00 Andrea Sperelli


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