Come mettere il braccio quando si misura la pressione

La posizione può influire sui risultati

Oltre all'effetto camice - l'ansia prodotta dalla semplice vista del medico - quando si misura la pressione va posta la massima attenzione anche alla posizione del braccio, altro elemento che può pregiudicare la corretta valutazione dei valori pressori.
Uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine da un team della Johns Hopkins Medicine mostra che sbagliare la posizione del braccio può comportare un'alterazione di oltre 4 millimetri di mercurio (mmHg) della pressione diastolica, la minima, e di 7 mmHg della sistolica, cioè la massima. Una differenza sufficiente a far diventare iperteso un normoteso.
Per questo, le ultime linee guida dell'American Heart Association elencano nel dettaglio le operazioni necessarie a una corretta misurazione: usare un bracciale di dimensioni appropriate da indossare sull'avambraccio all'altezza del cuore, sedersi appoggiando la schiena con i piedi ben piantati sul pavimento e le gambe non incrociate, mettere il braccio su una scrivania o un tavolo.
Spesso però queste raccomandazioni non vengono seguite alla lettera, neanche dai medici, causando differenze anche decisive nella misurazione.
Lo studio è stato realizzato su 133 adulti dai 18 agli 80 anni, che hanno seguito tutte le raccomandazioni tranne quella sulla posizione del braccio.
"Le misurazioni ottenute con le posizioni del braccio utilizzate di frequente nella pratica clinica (braccio in grembo o non supportato) erano notevolmente più alte di quelle ottenute quando il braccio era appoggiato su una scrivania, la posizione standard raccomandata", spiega il primo autore Tammy Brady.
Nello specifico, tenere il braccio in grembo causava una sovrastima pari a 3,9 mmHg per la pressione sistolica e di 4 mmHg per la diastolica, mentre lasciarlo penzoloni falsava il dato di +6,5 mmHg per la sistolica e di +4,4 mmHg per la diastolica. Quasi 7 mmHg di pressione sistolica in più "significa una differenza potenziale differenza tra una massima di 123 e una di 130, o tra una di 133 e una di 140 che è considerata ipertensione di stadio 2", rimarca Sherry Liu, fra gli autori dello studio.

08/10/2024 10:00:00 Andrea Piccoli


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