Non c'è più bisogno della biopsia intestinale per certificare la diagnosi di celiachia nei bambini. È il risultato delle nuove raccomandazioni europee emanate dalla Società europea di gastroenterologia pediatrica presentate nel corso dell'ultimo congresso della Società italiana di pediatria.
I celiaci italiani sono circa 225.000, dei quali circa 52 mila minorenni, ma la celiachia rimane sottostimata e si pensa che i malati in tutto siano almeno il triplo, cioè più o meno l'1 per cento della popolazione italiana.
"Si tratta di un unicum che riguarda solo i bambini europei: le nostre linee guida, infatti, si discostano da quelle nord-americane", ha spiegato Riccardo Troncone, professore di pediatria alla Federico II di Napoli e presidente della Società internazionale per lo studio della celiachia nel corso del Congresso della Società italiana di pediatria.
Per arrivare alla diagnosi senza biopsia non sarà più necessario il test per la tipizzazione HLA (test di suscettibilità che valuta la maggiore o minore predisposizione di un individuo a sviluppare la malattia in base alla presenza/assenza di fattori di rischio).
Quali sono allora le condizioni per procedere alla diagnosi senza biopsia? "Devono essere soddisfatte due condizioni: un'analisi sierologica che evidenzi la presenza di valori molto elevati di anticorpi specifici per la celiachia, ovvero gli anticorpi antitransglutaminasi, e la conferma della positività , sempre nel sangue, degli anticorpi antiendomisio", ha aggiunto il presidente Troncone. "Se un soggetto ha un livello molto elevato di questi anticorpi si può considerare la possibilità di una diagnosi senza biopsia. Questa decisione di procedere senza biopsia deve essere però ben spiegata ai genitori e presa in accordo con la famiglia, illustrando ai genitori che questa è una diagnosi delicata, implicando una dieta per tutta la vita del bambino. Quasi la metà dei bambini viene oggi diagnosticata senza biopsia intestinale e i timori che l'assenza di questo esame portasse a diagnosi non corrette si sono attenuati con l'esperienza di questi ultimi anni. Teniamo sempre in attenta
considerazione che rivedere la diagnosi in un paziente che è a dieta senza glutine da anni non è facile dal momento che richiede la riesposizione al glutine. Il momento in cui si fa per la prima volta la diagnosi diventa quindi cruciale".
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