Gli attacchi di asma di origine non virale sono legati anche all'esposizione a sostanze inquinanti, in particolare ozono e particolato fine. A dimostrarlo è uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health da un team del Benaroya Research Institute di Seattle coordinato da Matthew C. Altman.
Le infezioni virali sono le cause scatenanti di asma più frequenti fra bambini e adolescenti, ma gli attacchi possono verificarsi anche in assenza di un'infezione respiratoria.
Stando ai dati raccolti e relativi al gruppo MUPPITS1, circa il 30% dei bambini asmatici che vivono in città soffre di attacchi non correlati a infezioni virali, una percentuale di 2/3 volte superiore a quella riscontrata nei bambini che non vivono in città . Gli attacchi sono stati associati a un aumento locale del particolato fine e dell'ozono. Da notare che il PM2.5ha aumentato le callicreine tissutali, i geni delle citochine infiammatorie non di tipo 2 e un ampio set di geni della funzione di barriera nelle cellule epiteliali delle vie aeree.
I livelli di PM2,5potrebbero anche aumentare diverse vie immunitarie negli epiteli, contribuendo a un attacco d'asma in assenza di un'infezione virale respiratoria.
L'ozono era, invece, associato all'infiammazione eosinofila di tipo 2 e alla funzione polmonare compromessa. Diversi percorsi infiammatori sono stati associati a ciascun inquinante in risposta a livelli elevati di O3 e PM2.5.
È anche possibile che virus, inquinamento e altri fattori concorrano insieme ad aumentare le possibilità di un attacco d'asma. Per questo motivo, andrebbero studiate nuove strategie per la gestione della malattia che prevedano una migliore qualità dell'aria sia indoor che outdoor, in particolare per i bambini che vivono in città .
Fonte: Lancet Planetary Health
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