I farmaci per il diabete riducono il rischio di dialisi

Gli inibitori di SGLT-2 rallentano gli effetti della malattia renale cronica

Una categoria specifica di farmaci per il diabete ha l'effetto di rallentare il decorso della malattia renale cronica e quindi di allontanare la necessità della dialisi. Il dato è emerso durante l'ultimo congresso della Società italiana di nefrologia.
La malattia renale cronica è molto diffusa, colpisce circa fra il 7 e il 10 per cento della popolazione, 4,5 milioni di pazienti di cui circa 50mila si trovano in dialisi e altri 50mila si sono sottoposti a trapianto renale.
Gli inibitori di SGLT-2 aumentano l'eliminazione del glucosio attraverso le urine, riducendo così la glicemia nel sangue. "Quando si è cominciato a studiare queste molecole nelle persone con diabete di tipo 2, si è notato che anche la malattia renale cronica sembrava rallentare in quei pazienti che la presentavano - spiega Piergiorgio Messa, presidente Sin, direttore di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale presso il Policlinico di Milano e Professore Ordinario di Nefrologia all'Università di Milano -. All'inizio questo è stato osservato solo in pochi casi nei gruppi di controllo, finché non è stato fatto uno studio ad hoc".
Nello studio, i ricercatori hanno confrontato pazienti diabetici con malattia renale con pazienti non diabetici ma con malattia renale di uguale gravità. A due anni dall'inizio del trattamento, i medici hanno notato che oltre il 30% dei pazienti non mostrava raddoppio della creatinina - segno della progressione della malattia renale - né arrivava alla dialisi, né aveva eventi renali, né moriva per problemi renali o cardiovascolari.
"L'efficacia è risultata indipendente dai valori glicemici: il rallentamento dell'evoluzione della malattia renale è stato evidente in entrambi i gruppi, e in modo particolare nella popolazione non diabetica", aggiunge Sandro Mazzaferro, professore ordinario di Nefrologia presso Università Sapienza di Roma e Direttore della UOC di Nefrologia - Policlinico Umberto I di Roma.
Le due patologie sembrano quindi strettamente correlate: "Il malato renale è caratterizzato da complicanze di vario tipo e soprattutto da quelle cardiovascolari, che sembrano progredire in modo accelerato - continua Mazzaferro -. Fino ad oggi le terapie disponibili sono state poche e poco efficaci nella prevenzione di questi eventi".

08/10/2021 17:40:00 Andrea Sperelli


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