Guarigione non è più una parola tabù in caso di tumore del sangue. Nel 70% dei casi, grazie ai nuovi farmaci i pazienti rimangono vivi a 10 anni dalla diagnosi. Gli ultimi due anni, in questo senso, sono stati fondamentali. La storia di due malattie - il linfoma a grandi cellule B e la leucemia linfoblastica acuta - è radicalmente cambiata grazie ad alcuni studi su cellule Car-T e anticorpi bi-specifici.
Uno degli ultimi studi riguarda quasi 200 pazienti affetti da linfomi non Hodgkin aggressivi trattati con Car-T. Il tasso di sopravvivenza a 6 mesi è salito dal 5 al 40%.
"Un risultato ottenuto con una singola infusione, quindi senza necessità di terapia di mantenimento, in persone prive di ogni alternativa terapeutica", sottolinea Paolo Corradini, presidente Sie: "Allo stesso tempo, oggi appena il 5% dei pazienti necessita della terapia intensiva per le complicanze - che vengono gestite sempre meglio - mentre la mortalità è intorno al 3%: di molto inferiore a quella per trapianto. Con il Gimema, stiamo attualmente conducendo uno studio anche su come queste persone tornano a vivere dopo la terapia, ma ciò che osserviamo ogni giorno ci dice che si ha una qualità di vita eccezionale, di molto migliore rispetto a quella che si ha post-trapianto".
"La malattia fa registrare 5.800 nuovi casi ogni anno in Italia", continua Corradini. "Nello studio KarMMa su 128 pazienti pesantemente pretrattati, il tasso di risposta globale ha raggiunto il 73%. La sopravvivenza globale mediana ha superato i due anni. Risultati molto importanti, se pensiamo che per questi pazienti con mieloma multiplo privi di alternative di cura, prima dell'arrivo delle Car-T, l'aspettativa mediana di vita era compresa fra 6 e 9 mesi".
Ma c'è anche il filone di ricerca sugli anticorpi bispecifici ad animare le speranze dei medici. La terapia risulta efficace per il trattamento della leucemia linfoblastica acuta. Le molecole consentono di costruire una sorta di ponte fra le cellule del sistema immunitario e quelle leucemiche, permettendo così alle prime di raggiungere le seconde e ucciderle.
"La leucemia linfoblastica acuta è un tumore raro dei linfociti, che causa ogni anno quasi 800 nuove diagnosi nel nostro Paese. È però il più frequente in età pediatrica: rappresenta l'80% delle leucemie e circa il 25% di tutti i tumori negli under 14. L'incidenza raggiunge il picco tra i 2 e i 5 anni e poi cala con l'aumentare dell'età ", spiega Pier Luigi Zinzani, presidente Commissione attività formative della Sie: "Due studi italiani possono cambiare la storia della malattia. Nel primo, su 149 pazienti, grazie alla combinazione della sequenza costituita dalla chemioterapia con un anticorpo bispecifico, è stata evidenziata una risposta completa del 90% e la remissione molecolare è passata dal 73% al 96% dopo l'aggiunta dell'anticorpo: significa che neanche i test molecolari riescono a 'vedere' cellule malate. Il secondo studio dimostra che è possibile trattare la malattia senza la chemioterapia. La remissione è stata ottenuta nel 98% dei casi".
Uno dei problemi delle nuove terapie è quello rappresentato dai costi: "Aifa ha ottenuto un meccanismo di pagamento in base al risultato, assicurando al nostro paese i farmaci più costosi del mondo ai costi più bassi", risponde Emanuele Angelucci, vicepresidente Sie: "Il pagamento completo avviene dopo un anno dalla somministrazione e stiamo ragionando sul fatto che questo tempo potrebbe non essere sufficiente a valutare l'efficacia. Sia Car-T sia gli anticorpi bi-specifici, però, sono terapie one-shot, questo vuol dire che i pazienti non devono continuare a seguire una cura per il resto della loro vita".
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