Rischi riproduttivi importanti per il 60% dei ragazzi che vivono nelle zone della Terra dei Fuochi. A dirlo sono gli esperti della Società italiana di Riproduzione Umana (Siru) nel corso del IV Congresso Nazionale.
I dati provengono dal progetto EcoFoodFertility, condotto per due anni in aree d'Italia altamente inquinate, sostenuto dal ministero della Salute e da diversi enti di ricerca tra cui il Cnr, l'Iss ed Enea.
''Il liquido seminale - ha spiegato Luigi Montano, presidente area andrologica - è un ottimo marker, indicatore di salute ambientale del territorio. Abbiamo compiuto ricerche in giovani sani che vivono in zone a diversa pressione ambientale in Campania e altre regioni italiane e i dati indicano rischi riproduttivi molto importanti per i giovani che abitano nella Terra dei fuochi, nell'area di Brescia e nella Valle del Sacco del frusinate. Dalla ricerca si evince che sui problemi riproduttivi non incidono solo gli stili di vita ma anche i fattori ambientali''.
Dalla ricerca sono emerse alterazioni degli spermatozoi in oltre il 60% dei casi, con una motilità progressiva degli spermatozoi inferiore rispetto ai parametri fissati dall'Oms.
Alcuni problemi derivano anche da un retroterra culturale inadeguato. Soprattutto al Sud, certe tematiche - spiegano gli esperti - si affrontano ''nel momento in cui si decide di avere un bambino e a volte può essere troppo tardi per una terapia''.
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