Fratture nei bambini più ostiche per colpa del Covid

La disabitudine all'attività fisica complica le cose

Tra i vari effetti negativi della pandemia va registrato anche il verificarsi nei bambini di fratture più difficili da trattare. Ciò avviene per via della disabitudine all'esercizio fisico e quindi di maggior lentezza di riflessi e di coordinazione.
Pasquale Guida, presidente del Congresso della Società italiana di Ortopedia e Traumatologia pediatrica (Sitop), spiega: "Da un raffronto dei dati tra il 2021, 2020 e 2008 abbiamo visto che il numero di fratture è rimasto pressoché uguale, ma è cambiato è il tipo di frattura. Prima erano più 'semplici', nel senso che l'osso si rompeva in due pezzi, magari perché il bambino cadeva dalle scale o giocava a pallone. Adesso invece le fratture sono più complesse, con l'osso spezzato in 2-3 frammenti, e avvengono in casa, perché si scivola o cade rovinosamente magari giocano a nascondino".
“La cosiddetta generazione 2.0 - rileva Guida - è molto più abile con il computer, ma meno agile. Quando un bambino scivola ora non mette più in azione quei meccanismi di paracadute, proprio come accade agli anziani, che hanno tempi di reazione più lenti e cadono malissimo. Questo tipo di fratture così complesse, prima della pandemia, le vedevamo in chi aveva un incidente stradale, ora invece dopo una caduta a casa".
La complessità delle fratture rende necessario più spesso del normale il ricorso alla chirurgia, un aumento quantificabile nel 20% per le fratture all'avambraccio e nel 10% per quelle della tibia.
"Intervenire chirurgicamente garantisce un periodo di malattia più breve e una ripresa precoce della funzione", aggiunge Guida, che sottolinea come siano anche i genitori "spesso a richiedere l'intervento chirurgico, per avere un recupero più veloce e far tornare il bambino il più presto possibile alle sue occupazioni".

22/09/2021 17:10:00 Andrea Sperelli


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