Uno studio recentemente pubblicato su Jama Network Open segnala i potenziali benefici indotti dai videogiochi. Secondo lo studio dell'Università del Vermont, i videogiochi potrebbero avere un effetto positivo sulle capacità cognitive dei bambini che ci giocano.
Allo studio hanno partecipato oltre 2.000 bambini di 9-10 anni. Chi giocava ai videogiochi per 3 o più ore al giorno mostrava risultati migliori nei test legati alle abilità cognitive rispetto a chi non aveva mai giocato. Un altro studio pubblicato su Scientific Report sosteneva qualche mese fa che i giochi elettronici potessero aumentare il quoziente intellettivo dei bambini.
Un'altra ricerca condotta congiuntamente dall'Università di Ginevra e da quella di Trento ha dimostrato un miglioramento evidente nella capacità di lettura grazie ai progressi nella visione di insieme, nell'attenzione, nella memoria e nella flessibilità cognitiva.
Ovviamente questi risultati non devono spingerci a eliminare ogni controllo sui nostri figli che passano troppe ore davanti agli schermi. Sono necessarie regole precise, con orari prestabiliti da rispettare. Giocare insieme, quando possibile, aiuta il bambino a non perdere il contatto con la realtà dei rapporti sociali. È inoltre importante che venga rispettata la loro fase evolutiva: seguiamo le indicazioni riportate nelle etichette sui videogiochi in cui viene scritto il cosiddetto codice Pegi (Pan European Game Information), il metodo che classifica i videogiochi in base all'età e al tipo di contenuto.
Se gli aspetti positivi del videogiocare sono emersi grazie a queste ultime ricerche, è vero anche che quelli negativi sono noti da tempo: un possibile aumento della rabbia, riduzione dell'empatia o più semplicemente problemi articolari e di natura visiva se si passano troppe ore nella stessa posizione.
È fondamentale, quindi, trovare il giusto equilibrio tra la vita online e quella offline, fra le esigenze dei nostri figli e la necessità di imporre delle regole precise che ne tutelino la salute.
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
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