Alcune pazienti colpite da tumore al seno potrebbero evitare l'operazione chirurgica di rimozione della neoplasia. A dirlo è uno studio pubblicato su Lancet Oncology secondo cui le potenziali candidate sarebbero quelle donne con cancro al seno in stadio precoce e con una risposta completa patologica alla chemioterapia neoadiuvante. Queste donne potrebbero sottoporsi direttamente a radioterapia, mostrando solo poche possibilità di subire una recidiva.
«L'ultima forma di terapia conservativa del seno è eliminare completamente la chirurgia alla mammella per la malattia invasiva», ha affermato il primo autore Henry M. Kuerer della University of Texas MD Anderson Cancer Center di Houston. «Questa ricerca si aggiunge alle crescenti prove che dimostrano che i nuovi farmaci possono in alcuni casi eradicare completamente il cancro, e risultati molto precoci mostrano che possiamo eliminare in sicurezza la chirurgia in questo gruppo selezionato di donne con cancro al seno».
«La terapia sistemica neoadiuvante per il cancro alla mammella triplo negativo e HER2-positivo produce una risposta completa patologica in circa il 60% dei pazienti», esordiscono gli autori.
Quando si verifica questa risposta la prognosi è ottima e può essere determinata con precisione mediante vacuum-assisted core biopsy (VACB) percutanea guidata dall'imaging.
Allo studio hanno partecipato 50 donne con almeno 40 anni ed età media di 62. Le donne erano affette da cancro al seno triplo negativo (21) o HER2 positivo (29) che dopo la chemio mostravano una lesione alla mammella inferiore ai 2 centimetri. Le partecipanti sono state sottoposte a una VACB guidata dall'imaging.
La VACB ha permesso di indentificare 31 pazienti (62%) con risposta completa patologica. Dopo un follow-up mediano di 26,4 mesi, in nessuna di queste donne è stata osservata recidiva del tumore ipsilaterale.
Gli scienziati stanno analizzando la malattia minima residua nei campioni di biopsia liquida per determinare la possibile correlazione con la risposta completa patologica.
Secondo Kuerer si tratta di risultati molto significativi, anche se interessano solo una parte delle pazienti colpite da cancro. «Saranno necessari follow-up molto più lunghi e ulteriori studi prima che questo approccio possa essere integrato nella cura di routine del cancro al seno», ha precisato il ricercatore statunitense.
Fonte: The Lancet Oncology 2022. Doi: 10.1016/S1470-2045(22)00613-1
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