Fra i tanti danni all'organismo indotti da Sars-CoV-2 possiamo almeno escludere la riduzione della fertilità . Uno studio condotto dal Centro Pma Ivi di Roma ha infatti dimostrato che non esiste nesso fra la malattia infettiva ed eventuali problemi di fertilità femminile.
Le probabilità di ogni donna di rimanere incinta dipendono dalla propria riserva ovarica, cioè dal numero di ovociti presenti nelle ovaie. Un valore che scende con il passare degli anni, ma che può essere condizionato anche da altri fattori.
Anche nelle ovaie sono presenti recettori del virus, per questo i ricercatori hanno voluto appurare se ci fosse un possibile nesso fra l'eventuale infezione da Sars-CoV-2 e la riduzione degli ovociti. Sono state arruolate 46 pazienti in cura presso centri per la fecondazione assistita che avevano contratto e superato il Covid-19.
"A tutte è stata ripetuta l'analisi dell'ormone anti-mülleriano (Amh) che è stata posta in confronto con lo stesso esame effettuato non più di sei mesi prima. I risultati - spiega Antonio Requena, direttore Medico di Ivi - hanno mostrato che l'infezione non ha influito minimamente sullo stato della riserva ovarica delle pazienti. Pertanto, è legittimo ipotizzare che le possibilità di successo di un trattamento di riproduzione assistita rimangano inalterate".
“Covid-19 - osserva Daniela Galliano, medico specializzata in Ginecologia e Medicina della Riproduzione e responsabile del Centro Pma di Ivi Roma - ha riacceso il desiderio di famiglia e il risultato di questa ricerca è fondamentale per dare speranza anche a quelle coppie in cui la partner femminile è stata colpita dal virus".
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
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