Diabete, l'intolleranza al lattosio ne riduce il rischio

Associazione protettiva solo nei soggetti intolleranti

Essere intolleranti al lattosio potrebbe anche avere degli aspetti positivi. Secondo uno studio pubblicato su Nature Metabolism da un team della Harvard TH Chan School of Public Health di Boston, esisterebbe infatti un'associazione protettiva fra il consumo di latte e il rischio di diabete di tipo 2 nei soggetti intolleranti al lattosio.
«Il fenotipo LNP, che sta per lattasi non persistente, è caratterizzato dalla diminuzione della produzione di lattasi, enzima presente nei bambini e gradualmente non più prodotto dopo lo svezzamento o prodotto in quantità sempre più limitate fino all'età adulta», spiega il coordinatore dello studio Qibin Qi.
La relazione fra consumo di latte vaccino e diabete è piuttosto controversa: «Tant'è che alcuni studi, specie se svolti su soggetti dell'Asia orientale, riportano una correlazione inversa tra consumo di latte e rischio di T2D, mentre associazioni neutre o un rischio elevato associato a un maggiore consumo di latte sono frequenti tra popolazioni in prevalenza caucasiche», scrivono i ricercatori.
«La nostra ipotesi è che un maggiore consumo di latte si associ a rischio ridotto di T2D solo tra gli individui LNP e non negli LP attraverso la modulazione della composizione del microbiota intestinale e la produzione di metaboliti che influenzano in modo positivo la salute metabolica dell'ospite», riprende Qi.
I ricercatori hanno utilizzato i dati dell'Hispanic Community Health Study/Study of Latinos (HCHS/SOL), un trial a lungo termine sulla salute e sulle malattie di oltre 16.000 adulti ispanici e latini provenienti da quattro comunità statunitensi.
I dati sembrano confermare l'ipotesi di lavoro: un consumo maggiore di latte è correlato a minori probabilità di sviluppare diabete di tipo 2 nei soggetti intolleranti al lattosio, ma non nei soggetti con fenotipo LP. Nei soggetti con fenotipo LNP gli effetti benefici dell'assunzione di latte potrebbero essere associati a modifiche favorevoli del microbiota intestinale con arricchimento di specie Bifidobacterium e riduzione di specie Prevotella, oltre che alla riduzione dei metaboliti degli aminoacidi a catena ramificata e altri metaboliti. «Questo studio dimostra un'associazione protettiva tra consumo di latte e rischio di T2D negli individui LNP e un potenziale coinvolgimento del microbiota intestinale e dei metaboliti del sangue in questa correlazione inversa», conclude Qi.

Fonte: Nature Metabolism 2024. Doi: 10.1038/s42255-023-00961-1
Nature Metabolism

09/05/2024 09:55:00 Arturo Bandini


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