A volte l'aggressività che manifestiamo potrebbe dipendere dalle condizioni del nostro intestino. Lo rivela uno studio dell'Università del Mississippi pubblicato su FEMS Microbiology Letters secondo cui il microbiota intestinale ha un significativo impatto sulla produzione ormonale e sullo sviluppo del cervello, e di conseguenza anche sulla predisposizione all'aggressività nell'uomo più che nella donna, in particolar modo durante il periodo adolescenziale.
La conferma arriva anche da uno studio dell'Università di Chongqing pubblicato su BMC Psychiatry, dal quale si evince la presenza di batteri con proprietà calmanti e altri che invece promuovono i nostri istinti più aggressivi.
In soggetti psicotici con alti livelli di aggressività i ricercatori hanno registrato la presenza di una minor quantità di batteri del genere Ruminococcus, Roseburia, Faecalibacterium, Blautia e Bifidobacterium. Si tratta di microrganismi che hanno un'azione antinfiammatoria e producono acido butirrico, al contrario del genere Prevotella che, molto diffuso in soggetti aggressivi, è responsabile dell'induzione di stati di forte infiammazione.
Nelle persone sane, invece, si manifesta una prevalenza del phylum Verrucomicrobia, che contribuisce a preservare le funzioni cognitive. I soggetti aggressivi mostrano in genere una concentrazione molto accentuata di molecole che segnalano l'ossidazione degli acidi nucleici e dei lipidi e una quantità inferiore di acidi grassi a catena corta come l'acido butirrico.
Alcuni tipi di batteri che vivono nell'intestino producono e utilizzano neurotrasmettitori e composti neuro-attivi quali serotonina, dopamina, norepinefrina, glutammato e acido gamma amminobutirrico.
La concentrazione di queste sostanze può provocare alterazioni comportamentali perché agiscono sul livello di stress ossidativo e sullo stato infiammatorio delle cellule neuronali. Di conseguenza, la composizione del microbiota intestinale può favorire o rendere meno probabile l'insorgenza di comportamenti aggressivi.
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